La riforma dell’Ordine dei giornalisti e le preoccupazioni del Cnog
Appello importante a tutti i parlamentari nazionali eletti in Sicilia.
Il Comitato Esecutivo dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti esprime preoccupazione per le ripercussioni negative della proposta di legge in discussione alla Camera, che prevede un drastico ridimensionamento del Consiglio nazionale. Si ipotizza la riduzione della composizione del CNOG a 36 consiglieri di cui due terzi professionisti e un terzo pubblicisti e per questi ultimi l’obbligo di una posizione previdenziale da attività giornalistica presso l’Inpgi, privando di diritti alcune migliaia di colleghi che, certamente non per colpa né per scelta, subiscono contratti che prevedono versamenti ad altri istituti di previdenza.
La riforma dell’Ordine è necessaria e lo stesso Consiglio ha formulato delle precise proposte che non riguardano solo il numero dei consiglieri, ma anche l’accesso alla professione, suggerendo soluzioni che valorizzano lo spirito della legge voluta da Guido Gonella, garantendo i diritti di tutti e respingendo ogni disegno discriminatorio.
Invece, in Parlamento arriva una norma, inserita a sorpresa nella proposta di legge sull’editoria, che mette in pericolo il funzionamento dell’Ordine che non potrebbe più onorare tutti gli adempimenti previsti dalle leggi. La riduzione del Consiglio nazionale dell’Odg a 36 membri rischia, inoltre, di creare delle forti penalizzazioni soprattutto per gli Ordini regionali con un minor numero di iscritti come Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d’Aosta, mentre potrebbero avere serie difficoltà (almeno in una delle due rappresentanze) Emilia Romagna, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto.
Il Comitato esecutivo ritiene imprescindibile che venga garantita la presenza in Consiglio Nazionale di rappresentanti di tutte le regioni conformemente a quanto avviene in altri di enti di categoria. Ad esempio la Federazione nazionale della Stampa che ha un Consiglio nazionale di 142 membri per meno di 20.000 iscritti; l’Inpgi un Consiglio di 67 membri per circa 58.000 iscritti e la Casagit un’Assemblea nazionale con 80 membri per 23.497 iscritti. Invece, per l’Ordine dei Giornalisti, che ha 104.021 iscritti, si prevede una paralizzante riduzione del Consiglio a 36 membri.
Il Comitato Esecutivo nel condividere la preoccupazione espressa da 17 vicepresidenti di Consigli regionali, ritiene discriminatorio un rapporto di rappresentanza così punitivo nei confronti dei Pubblicisti: rappresentano il 70 per cento degli iscritti all’Ordine, sono quelli che hanno maggiore necessità di tutele, rivendicano il diritto ad un’equa rappresentanza e non accettano di diventare solo i sovvenzionatori dei Consigli Regionali e Nazionale dell’Ordine.
Quel che occorre è una riforma organica e non uno spot per assecondare i disegni di chi si illude di impadronirsi dell’Ordine per mettere anche questo organismo al servizio degli editori, come è stato già fatto in altre sedi vanificando ogni istanza sindacale.
Approvato dal Comitato Esecutivo con il voto contrario del tesoriere Nicola Marini.