La storia dell’Europa cristiana e anti islamica: Giovanni Intravaia racconta “la Battaglia di Vienna”
In uno scenario emozionante nel centro della Sicilia, nel salone di una chiesa antica quanto bella, l’avvocato Giovanni Intravaia, presidente dell’Accademia Cattolica della Santa Croce in Gerusalemme, ricorda in una conferenza la Battaglia di Vienna. L’evento fa parte di una serie di incontri sulla storia dell’Europa cristiana e anti-islamica.
La sua analisi, inizia con una sola parola: “La Battaglia di Vienna” e, nella premessa, come raccontare in breve che cosa succede all’alba del 12 settembre 1683, quando il venerabile Marco da Aviano, dopo aver celebrato la Messa servita dal Re di Polonia, benedice l’esercito schierato, quindi, a Kalhenberg, presso Vienna, 65.000 cristiani affrontano in battaglia campale 200.000 ottomani. Sono presenti con le loro truppe i principi del Baden e di Sassonia, i Wittelsbach di Baviera, i signori di Turingia e di Holstein, i polacchi e gli ungheresi, il generale italiano conte Enea Silvio Caprara (1631-1701), oltre al giovane principe Eugenio di Savoia (1663-1736), che riceve il battesimo del fuoco”.
Giovanni Intravaia, si sofferma sulla “battaglia che dura tutto il giorno e termina con una terribile carica all’arma bianca, guidata da Sobieski in persona, che provoca la rotta degli ottomani e la vittoria dell’esercito cristiano: questo subisce solo 2.000 perdite contro le oltre 20.000 dell’avversario. L’esercito ottomano fugge in disordine abbandonando tutto il bottino e le artiglierie e dopo aver massacrato centinaia di prigionieri e di schiavi cristiani. Il re di Polonia invia al Papa le bandiere catturate accompagnandole da queste parole: “Veni, vidi, Deus vicit”. Ancor oggi, per decisione di Papa Innocenzo XI, il 12 settembre è dedicato al SS. Nome di Maria, in ricordo e in ringraziamento della vittoria”.
“Il giorno seguente l’imperatore entra in Vienna, festante e liberata, alla testa dei principi dell’impero e delle truppe confederate e assiste al Te Deum di ringraziamento, officiato nella cattedrale di Santo Stefano dal vescovo di Vienna-Neustadt, poi cardinale, il conte Leopoldo Carlo Kollonic (1631-1707), anima spirituale della resistenza”.