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L’altra storia del villaggio alla Pillirina

In un’epoca che nega l’esistenza della verità incontrovertibile, quello che non appare è sempre diverso dalla storia raccontata dai media, nei crocicchi dei bar, nei salotti della politica. In questa situazione la parola “Verità” è usata per indicare la capacità di prevalere sugli antagonisti.

Tutta la vicenda legata alla realizzazione di un villaggio turistico alla “Pillirina” è da anni piena di luce e ombre, grida e sussurri, incontri e promesse, connubi e accanimenti contro quel progetto che gli ambientalisti hanno contrastato quasi sul nascere, fino a costringere, voce di popolo, l’amministratore Emanuele De Gresy ad annunciare di abbandonare l’idea e chiedere 137 milioni di euro al comune di Siracusa a titolo di risarcimento del danno. Alla fatta dei conti, questa è una storia della politica degli affari come un’altra, dove l’oggetto del contendere è sempre identico, e così come raccontata si può definire un classico; ma il perché della decisione forse non è del tutto legata alle ostilità messe in atto, dai “verdi”, o ambientalisti che dir si voglia. Nei risvolti dell’altra storia, quella non raccontata alla pubblica opinione, troviamo una serie di perversi meccanismi dove si trovano implicati più “mediatori” nell’ombra e pro tempore, ognuno per il compito assegnatogli dal grande regista, per trattare e definire aspetti naturali per una concessione e una pratica così ingarbugliata e piena di ostacoli, come il progetto di un villaggio turistico in una delle zone più belle di Siracusa. I “riporti” necessari arrivano fino a Palermo, dove il clima è da sempre senza dubbio velenoso, ma altrettanto “gentile” con la giusta presentazione e formulazione, così come per il percorso burocratico insidioso, capzioso, permaloso. Ma niente problemi, avrebbero detto quei più di uno tutti insieme: ci possiamo pensare noi con i necessari argomenti e distanze, ravvicinabili, ovviamente. Ma qualcosa non sarebbe andato per il verso giusto, o peggio ancora i contrasti si sarebbero appesantiti perché qualcuno voleva alleggerire i contenuti del progetto; poi i veleni degli ambientalisti, dei tanti” verdi”, le “tragedie” e via dicendo avrebbero, di fatto,complicato “l’ultimo trattatino”; ed ecco la parola “magica”: ci vuole un tantino di pazienza. Dobbiamo aspettare che le acque si calmino. Tira una brutta aria, …anche i giudici si stanno interessando alla faccenda.

La forza del destino ascolta sempre tutte le voci in campo e dopo chi deve decidere cosa fare, decide. Ma quella richiesta di risarcimento del danno potrebbe essere una “circostanza”, una condizione per mettere cementificatori e ambientalisti ancor di più l’uno contro l’altro, tirando in ballo il mancato sviluppo economico, la crisi economica che ci stringe nella morsa della fame, mentre ci sarebbe qualcuno pronto a investire, ma i tanti paletti sia burocratici-politici, sia ambientali -politici avrebbero fatto saltare tutto il programma ambizioso, creando così ancora tanti disoccupati e tanta miseria tra la gente. Dalle istituzioni la consegna è stata da sempre il silenzio profondo. La domanda a questo punto è: la proprietà del terreno e del progetto abbandona tutto per paura di verdi e verdoni, oppure perché qualcuno o più di uno gli hanno detto che non si può fare più niente rispetto agli accordi e le promesse se… ?

Fate voi; ma attenzione, però, perché sullo “sfondo” appare come per incanto un nuovo scenario: la trattativa avanzata di uomini politici con prestanome, parenti, figli, figliastri e amici tanto fidati già in fase avanzata per l’acquisto dell’ultimo appezzamento di terreno sulla costa tra Ognina e Fontane Bianche, quello famoso, dove si diceva che Berlusconi voleva realizzargli sopra un bel villaggio turistico, e a sentire i più informati tutto fallì per i “paletti” e le “nomine”. Ora la nuova cordata, in cambio della “liberazione” della “Pillirina”, attraverso l’approvazione di una Riserva, vorrebbe realizzare “in proprio” un bel villaggio turistico a gradimento e sul modello “ambientalista” avanzato in quel terreno tanto bello e panoramico, con il porticciolo turistico naturale di Ognina già bello e pronto, solamente da “ristrutturare”, e così con una semplice concessione demaniale realizzare l’attività per il diporto al servizio del nuovo villaggio turistico a vocazione ambientalista di proprietà di “amici e parenti”. Se avete dei dubbi non vi disperate: non vi rimane che attendere e nel frattempo pensare ad un’altra storia. Dal Palazzo, ovviamente, il silenzio è stato sempre d’oro.

Concetto Alota

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