L’assessore Moscuzza: “Investire per il mantenimento della Stroke unit”
Egregio Signor Sindaco,
Mi consenta di rivolgermi alla Sua persona per sottoporle una problematica di cui son certo vorrà farsi carico, riconoscendole particolari doti di sensibilità, in qualità di primo responsabile della salute dei suoi concittadini. L’ictus cerebrale è una patologia molto diffusa nel mondo occidentale con una mortalità compresa tra il 10 e 12%. Risulta inoltre, tra tutte le patologie, la terza causa di morte in assoluto, la seconda di demenza e la prima d’invalidità permanente. Essere colpiti da ictus cerebrale, oltre alla possibilità di andare incontro a morte, significa diventare un “peso” per se stessi, per la famiglia d’appartenenza e per la società. Non meno trascurabile appare la notevole incidenza sui costi medici e socio-assistenziali: quattro volte quelli di un soggetto che va incontro ad infarto del cuore.
Nel 2005, grazie alla lungimiranza dell’allora Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Siracusa, dott. Alfredo Gurrieri, fu istituita presso l’ospedale del capoluogo una Unita per la cura dei pazienti con ictus cerebrale denominata Stroke Unit.
Questa unità aveva ed ha il compito di assistere e curare le persone con accidente vascolare cerebrale; in particolare è autorizzata a praticare l’unica terapia medica che si può instaurare in pazienti con ictus cerebrale ischemico, che pervengano precocemente, prima che i danni diventino irreparabili. Tale terapia consiste nella somministrazione di un farmaco ( trombolitico) con la funzione di sciogliere il trombo che ostruisce le arterie cerebrali, evitando , in questo modo, che il malcapitato resti paralizzato, incapace di parlare, di deglutire, di vedere bene, ecc.
La Stroke Unit di Siracusa, diretta dal dott. Giuseppe Cascone, nel 2005, è stata la prima, in Sicilia, in cui si è praticata questa terapia con notevole successo. Da allora il numero di trattamenti è notevolmente aumentato, grazie all’impegno straordinario di 3 medici che, giorno e notte, alternandosi, garantiscono con grande professionalità e notevole sacrificio personale, pronta disponibilità ad intervenire in tutte le circostanze che fanno riferimento a questa grave patologia. Negli ultimi mesi la mole di lavoro è risultata eccessiva sia per il personale medico, che per quello infermieristico che vi lavora con grande abnegazione.
Più volte è stato sollecitato l’adeguamento del personale senza risultati apprezzabili, con il risultato di compromettere l’equilibrio psico-fisico del personale e con il rischio di bloccare questa possibilità terapeutica, indubbiamente strategica.
In Sicilia sono attive altre 7 Stroke Unit e tutte sono fornite di personale completo, così come stabilito dal Ministero della Salute il quale ha ritenuto che un’efficace risposta a questi eventi drammatici per la salute umana può e deve essere garantita con una guardia attiva per tutte le 24 ore, e un congruo numero di personale infermieristico e ausiliario.
Nonostante questa grave precarietà, nei primi 8 mesi di quest’anno, sono stati trattati 30 pazienti, tutti sopravvissuti e restituiti alla loro quotidiana occupazione giornaliera senza handicap significativi, ma soprattutto tornati all’affetto dei propri familiari in condizioni di salute lontanamente ipotizzabili fino a 10 anni addietro.
Il numero di pazienti trattabili presso la Stroke Unit di Siracusa potrebbe attestarsi attorno alle 80-100 unità l’anno, se solo ci fosse un’organizzazione più efficiente e meno, se non esclusivamente, basata sullo spirito di sacrificio degli insufficienti operatori sanitari, attualmente impegnati.
Nulla di paragonabile con l’organizzazione della regione Veneto che, pur avendo il nostro stesso numero di abitanti, ha 23 Stroke Unit e che nell’anno 2015 ha trattato oltre 1000 pazienti, a fronte dei soli 278 casi trattati nella nostra regione.
Uno sforzo organizzativo più razionale e più rispondente alle direttive sanitarie nazionali, potrebbe salvare un numero maggiore di vite umane, e potrebbe evitare un numero maggiore di handicap permanenti ai nostri cittadini.
La patologia dell’ictus cerebrale non può essere affidata ai viaggi della speranza, essendo una patologia che deve essere affrontata e risolta in loco (come avviene per l’infarto miocardico), perché il tempo massimo per intervenire in modo efficace per evitare la morte o l’invalidità non deve superare le 4 ore dall’insorgenza.
Noi vogliamo continuare ad illuderci che, come recita la Costituzione, ai nostri concittadini vanno date le stesse possibilità di cura degli altri italiani.
Dott. Antonio Moscuzza
Assessore alle Politiche Sanitarie