Le battaglie della Princiotta e il silenzio dei colpevoli
Per quanto critiche possano essere le circostanze in cui si trova oggi il palazzo che governa la politica siracusana, non c’è da disperarsi più di tanto perché arriverà, prima o poi, l’ora della verità, della giustizia. E’ nelle occasioni, nelle circostanze come quelle di stamane durante la conferenza stampa di Simona Princiotta, in cui si capisce che il contenuto di uno stato di disagio per la pubblica opinione è davvero grave. Nessuno si ribella più di tanto. E l’unico guerriero sociale che combatte è lasciato a tratti solo. Si teme di tutto è vero, ma nello stesso tempo non bisogna temere il “niente”, dove appare insufficiente e scarsa la capacità di reazione di chi accusato preferisce il silenzio diplomatico; infatti, è quando siamo circondati da veri guerrieri e non da figure diplomatiche che insistono i pericoli reali per la collettività, per la società; ma nel caso non bisogna avere sgomento. È vero, siamo senza risorse in cui possiamo contare, abbondonati e nelle mani di una classe politica ormai votata al disfattismo, all’arrivismo, alla conquista della “materia prima trattata”. E sono ancora una volta tutte le forze politiche e sociali a sorprenderci con il silenzio dei colpevoli, e se non vogliamo soccombere, dobbiamo a sua volta sorprendere il nemico alleando tutti insieme i giusti.
Siamo dunque in guerra con il palazzo: cartelle pazze, asili nido sotto assedio, raccolta dei rifiuti in perenne crisi, servizio idrico critico, verde pubblico a non so come, traffico caotico, strade scassate, quartieri abbandonati e via dicendo fino a fondo pagima. Ma l’arte della guerra è uno stato dove ognuno di noi deve rifugiarsi per vincere, come spiegano i più antichi trattati di tecnica che insegnano l’arte della guerra, la necessità di mettere in pratica una strategia risolutiva; concetti perfettamente adattabili e applicabili alla realtà sociale di tutti i giorni. I pensieri strategici della società moderna sono un monito sulla vita quotidiana, sulla capacità di affrontare i problemi e le insidie del pragmatismo. Nella vita sociale, politica economica, questa impostazione ha finora sempre pagato, insieme con quella di trattenere l’impeto e di stare sempre attenti a scegliere lo scontro frontale dove o si vince o si perde. Se si sceglie lo scontro frontale, bisogna essere proprio sicuro di vincere, altrimenti sei travolto. Ma quanti sono oggi disposti a combattere per vincere la guerra di tutta la comunità siracusana, e quanti invece aspettano gli eventi seduti sul carro del vincitore che per il momento ha vinto solo la battaglia con l’inganno del voto e del traccheggio politico elettorale? Quanti consiglieri comunali sono disposti veramente a combattere per la giustizia sociale verso gli interessi del popolo sovrano e a non indietreggiare per i pochi interessi personali? Abbiamo collezionato ben sedici fascicoli d’inchiesta che hanno già prodotto a sua volta ancora otto tronconi d’indagini; ma tranquilli, è tutto a posto.
Concetto Alota