Le Ferrovie mettono in vendita un’area nella stazione centrale
Nel silenzio più assoluto, Ferrovie dello Stato sta procedendo, con annuncio pubblicato sul suo sito, alla vendita di uno spazio verde di 3.000 metri quadri nell’area della stazione ferroviaria alla fine di Corso Gelone, vicino a Largo Nicola Calipari.
A denunciarlo è l’Associazione Rifiuti Zero Siracusa che da tempo ha attenzionato la situazione dello stabile (utilizzato in precedenza come magazzino) e del piazzale circostante.
La vendita prevede che l’area venga adibita a parcheggio privato, in area S4 (parcheggi pubblici), non tenendo conto di quanto la città di Siracusa abbia bisogno in questa zona di Corso Gelone di servizi comuni per il quartiere, area attrezzate per sport e per lo svago e non tenendo conto che nell’area insiste un palmeto secolare che, in questo caso, sarebbe totalmente abbattuto.
Lo spazio verde in vendita si trova in una zona residenziale, caratterizzata prevalentemente da condomini multipiano con consistente presenza di attività̀ commerciali, vari alberghi e che può essere considerato l’ingresso all’isola di Ortigia. Si tratta di uno spazio non edificato non asfaltato ma popolato da splendide palme, un giardino urbano che rappresenta uno spazio importante di compensazione all’interno del complesso della stazione che da corso Gelone con una strada interna arriva alla Stazione.
Non si comprende perché Ferrovie dello Stato mentre in tutta Italia sta attuando politiche ambientali di rivalutazione e rigenerazione urbana di tutti i siti di proprietà non più utilizzati, come le ex stazioni o gli ex magazzini, a Siracusa sta invece procedendo alla svendita delle sue proprietà, con conseguente distruzione dello stato dell’area, senza avviare un dialogo con l’amministrazione locale o con le forze attive della città.
Infatti in Italia Ferrovie dello Stato ha sottoscritto diversi accordi con enti pubblici per la gestione, attraverso comodati, di stazioni ferroviarie non più necessarie per l’esercizio ferroviario ed oggi si hanno più di 50 esperienze di stazioni ferroviarie utilizzate ai fini sociali, turistici o culturali. Tutto ciò allo scopo, come si legge nel sito delle Ferrovie dello Stato, “di promuovere la riqualificazione delle aree ferroviarie attraverso uno sviluppo urbanistico sostenibile, di favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili e della mobilità alternativa, di salvaguardare il territorio contro possibili inquinamenti ambientali e di contribuire ad aumentare la consapevolezza ambientale di clienti, personale, fornitori”.
Nonostante questa dichiarazione di intenti, a Siracusa, Ferrovie dello Stato, andando in contrasto con la sua mission ambientale, procede invece, alla svendita di un’area che potrà essere utilizzata ad ulteriore parcheggio non tenendo conto dell’ habitat naturale costituito dal palmeto.
La vendita dell’area verde, segue la vendita della casa del custode e potrebbe, inoltre, essere da preludio alla successiva vendita dell’edificio magazzino che si trova nello stesso piazzale. Questo immobile, che era a servizio della stazione come magazzino, (e il relativo piazzale) potrebbe invece diventare la sede di aggregazione delle associazioni, la casa e la sede delle tante Associazioni che operano nel territorio, della quale Siracusa e i volontari siracusani ne sentono tanto la necessità. L’Associazione Rifiuti Zero Siracusa, con il sostegno di altre associazioni, aveva proposto questo progetto all’amministrazione comunale e a Ferrovie dello Stato ma nessuna risposta si è avuta finora.
L’Associazione Rifiuti Zero Siracusa chiede la sospensione della vendita, l’avvio di una interlocuzione con le Ferrovie dello Stato sui temi del recupero sostenibile del patrimonio ferroviario dismesso del complesso di Siracusa, cosi come avvenuto in altre zone di Italia e cosi come dichiarato dalla politica ambientale dell’ente. L’Associazione attuerà tutte le iniziative necessarie affinché questa area diventi la sede delle associazioni siracusane a cui potranno accedere le tante associazioni che hanno il problema, per indisponibilità di fondi, della mancanza di un luogo dove svolgere le attività di volontariato.