Lentini, omicidio Gallo: scena muta per i due indagati davanti al Gip
Si è avvalso della facoltà di non rispondere il francofontese Michele D’Avola, raggiunto nei giorni scorsi da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Catania per l’omicidio di Santo Massimo Gallo, avvenuto il 23 marzo 2002, per il quale è chiamato a rispondere insieme con il lentinese Fabrizio Iachininoto. Assistito dall’avvocato Francesco Villardita, D’Avola è stato sottoposto per rogatoria a interrogatorio di garanzia al carcere di L’Aquila dove si trova detenuto in regime di 41 bis per altri fatti, ha preferito fare scena muta davanti al giudice per le indagini preliminari.
Scena muta anche per Iachininoto, il quale, difeso dall’avvocato Sebastiano Sferrazzo, è comparso per rogatoria davanti al gip Giancarlo Cascino. L’interrogatorio, avvenuto nel carcere di Bicocca a Catania, è durato, quindi, giusto il tempo per notificare la volontà dell’indagato di avvalersi della facoltà di non rispondere. Iachininoto era ritornato in libertà dopo essere stato assolto con formula piena dall’accusa di omicidio volontario aggravato ai danni del lentinese Marco Siracusano. L’arresto di D’Avola e Iachininoto avviene a distanza di 15 anni dalla scomparsa di Santo Massimo Gallo. Secondo quanto rivelato dai collaboratori di giustizia Vincenzo Piazza e Alfio Ruggeri, la vittima, come sua consuetudine, usciva di casa, recandosi a piedi in luoghi da lui solitamente frequentati, per poi non fare più rientro presso la propria abitazione. I due hanno riferito che Gallo veniva sequestrato, torturato e ucciso dagli esponenti del sodalizio mafioso di Lentini. A riaprire le indagini sono stati i carabinieri nel 2015 dopo avere trovato riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.