Lentini, sfruttavano lavoratori romeni: misura personale per 2 imprenditori
Costringevano i lavoratori stranieri alle loro dipendenze a vivere in tuguri di pochi metri quadrati, sfruttando le loro prestazioni, impiegandoli nei campi e sottopagandoli. Sono stati i carabinieri della compagnia di Caltagirone, infatti, a scoprire quanto avveniva a pochi chilometri da Lentini e a fare arrestare due fratelli, entrambi imprenditori agricoli, originari di Zafferana etnea in provincia di Catania, a cui la Procura aretusea contesta il reato intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I due indagati, Giuseppe e Alfio Coco, rispettivamente di 45 e 50 anni, sono comparsi ieri mattina davanti al gip del tribunale aretuseo, Anna Pappalardo, che ha convalidato l’arresto disponendo per entrambi la scarcerazione – erano stati posti in regime di arresti domiciliari – per applicare la meno afflittiva misura personale del divieto di dimora in tutto il territorio di Siracusa. L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Vincenzo Nitti, ha avuto come scenario alcuni terreni del comprensorio di Lentini, di cui sono proprietari i due fratelli zafferanesi e che gestiscono insieme con il padre. L’attenzione degli investigatori si è concentrata sul fenomeno del caporalato, finendo per accendere i riflettori sulla manovalanza, che viene di solito impiegata nei lavori nei campi del territorio lentinese. Dall’inchiesta, portata a compimento dai militari dell’arma, è emersa una situazione di assoluto degrado in cui erano obbligati a vivere, a causa dello stato di necessità, 5 lavoratori romeni. Secondo quanto emerso dall’indagine, erano indotti a lavorare per 21 euro al giorno, anziché le 60 euro previste dal contratto, per circa 12 ore al giorno per 7 giorni la settimana, senza potere usufruire, quindi, del giorno di riposo, men che meno di ferie.
I 5 cittadini romeni, oltre che a essere sfruttati, erano costretti a vivere sotto lo stesso tetto, un’abitazione di circa 15 metri quadrati e in condizioni igienico sanitarie precarie.