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L’impresa di Gulli, ingegnere siracusano che ha conquistato l’Himalaya

Da Siracusa sulla vetta dell’Himalaya. Ha fatto scalpore l’impresa sportiva dell’ingegnere siracusano Guglielmo Venticinque che nella giornata di giovedì 7 aprile scorso ha fissato la bandiera italiana (e idealmente anche quella siciliana) sull’Imja Tse. Si tratta della vetta posta a quota 6.189 metri, conosciuta anche come Island Peak, che si trova sul versante nepalese della catena montuosa asiatica. 

Per “Gulli”, come viene chiamato dagli amici l’ingegnere siracusano, con riferimento ai letterari viaggi di Gulliver, si tratta non solo di un’impresa sportiva ma anche un modo per attirare l’attenzione generale sulle emergenze del pianeta, con particolare interesse per il graduale aumento delle temperature. Il cambiamento climatico ha colpito anche l’area dell’Island Peak, modificando la morfologia dei ghiacciai.

Dopo mesi di dura preparazione atletica, il professionista e scalatore siracusano a fine marzo è arrivato a Kathmandu, capitale del Nepal, dove ad attenderlo c’era la Elite Exped, società specializzata nelle spedizioni alpinistiche, e la guida locale, una donna sherpa di 28 anni e tanta esperienza nelle scalate al monte dal versante tra i più pericolosi da affrontare. Dopo otto giorni, l’arrivo al campo base Everest, con un cammino graduale per acclimatarsi all’altitudine. Durante il cammino l’ingegnere ha attraversato diversi villaggi ed aver donato scarpe e vestiti ai bambini, la partenza verso la cima. Dopo quasi 7 ore e altri 1.400 metri scalati, di cui gli ultimi 300 metri costituiti da una parete verticale, “Gulli” ha raggiunto la vetta dell’Imja Tse.

“E ’stata l’impresa delle imprese – ha commentato Venticinque – Mi ha portato vicino ai miei limiti fisici e tecnici, mi ha posto davanti a rischi che non so se vorrò più prendere in futuro”. 

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