Lo Giudice: “Il percorso riformista che vuole unire il Pd”
Nel nostro territorio l’orientamento politico-culturale progressista si è sempre frammentato in aree, gruppi, circoli tra di loro isolati quando non contrapposti. Una tale frammentazione si è raramente fondata su basi ideali essendo spesso costruita intorno ad interessi particolari.
Tutto questo, oltre ad ostacolare un’azione unitaria ispirata dai principi del riformismo democratico, ha impedito il libero coinvolgimento e l’impegno di quei talenti e di quelle energie che rappresentano un grande potenziale di sviluppo della provincia siracusana.
Per porre rimedio a questo stato di cose, su iniziativa di vari esponenti dell’ex Area Bersani del Partito Democratico, sta maturando un progetto politico volto a riunire diverse sensibilità interne al PD insieme a settori importanti del mondo produttivo, del lavoro, delle professioni e dell’associazionismo. Un’iniziativa, dunque, geneticamente inclusiva. Fondata sulla necessità di riformare gli assetti amministrativi, economici e culturali del nostro territorio con l’obiettivo primario di migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini.
Il riformismo che questo progetto intende incarnare non è un esercizio retorico affidato a parolai del cambiamento. Si tratta, al contrario, di dare vita a un processo di rinnovamento politico condotto attraverso lo studio competente dei problemi e l’elaborazione di soluzioni non condizionate da interessi e obiettivi personali e particolari. Ma la peculiarità di tale iniziativa, su cui dovrà del resto essere misurata la sua stessa credibilità, è data soprattutto dalla capacità di mobilitare i cittadini che, attraverso lo studio e il lavoro, hanno acquisito conoscenze e competenze di alto livello. Persone in possesso di un patrimonio ideale da condividere con la comunità attraverso un progetto politico volto a superare antichi steccati, a partire dall’anacronistica dicotomia tra partiti e società civile.
Il percorso riformista che intendiamo seguire nella provincia di Siracusa non vuole, dunque, ulteriormente dividere ma, al contrario, unire su basi progettuali chiare. Vuole fare in modo che, condividendo la necessità di lottare per una reale giustizia sociale, si trovino insieme non solo tanti “ex” delle aree del PD (bersaniani, cuperliani, dem, lettiani, civatiani, giovani turchi, etc.) ma anche tanti altri, come coloro che hanno creduto nel progetto del Megafono e che adesso potrebbero ritrovarsi in uno spazio di sincero cambiamento, o come coloro che, pur condividendo alcuni elementi di innovazione prefigurati dall’azione di Matteo Renzi, non intravedono autentici rappresentanti di tale discontinuità nel nostro territorio.
Ma, prima di ogni altra cosa, lo spazio riformista che stiamo disegnando è un luogo in cui possano e debbano ritrovarsi tutti coloro che, proprio perché volontariamente non riconducibili a nessuna area o corrente, sono da tempo alla ricerca di un “territorio” entro cui condividere, con assoluta libertà, idee, talenti, energie, conoscenze. Uno spazio in cui si realizzi un partito-palestra a servizio della comunità, in cui non ci siano rendite di posizione, né tentazioni egemoniche da parte di qualcuno, in cui ci siano le condizioni per la crescita di una nuova (non solo anagraficamente) classe dirigente, in cui lo spirito del PD, l’unione del riformismo socialista cattolico-democratico e liberale, si incarni veramente.
Invito quindi tutti coloro che sono animati da questa tensione verso una reale discontinuità a farsi avanti, a farsi coinvolgere, a scommettere su una evidente apertura che rimescoli le carte anche nel gioco politico della sinistra democratica siracusana.
Alessio Lo Giudice