Mafia a Pachino, il tribunale infligge condanne per 150 anni
Il tribunale penale (presidente Carla Frau, a latere Giuliana Catalano e Liborio Mazziotta), accogliendo le richieste del pubblico ministero Alessandro La Rosa, ha inflitto oltre 150 anni di reclusione a carico degli imputati coinvolti nell’operazione antimafia, denominata “Araba fenice”. La sentenza, emessa ieri sera dopo un’articolata camera di consiglio, ha inflitto 24 anni di reclusione per il boss di Pachino Salvatore Giuliano, ritenuto responsabile di associazione mafiosa alla stessa stregua di Giuseppe Vizzini, condannato a 18 anni e mezzo di reclusione. Severe condanne hanno riportato i fratelli Aprile: Claudio 19 anni e mezzo per l’associazione e 7 anni e 9 mesi per estorsione, furti e droga; Giuseppe 18 anni e mezzo per l’associazione e 8 anni e un mese, in continuazione, per gli altri reati; Giovanni 18 anni e mezzo per associazione mafiosa, 13 anni e 8 mesi per gli altri reati.
Ha rimediato 12 anni di reclusione e 10mila euro di multa l’ex assistente della polizia di Stato Nunzio Agatino Scalisi. Condannati anche Simone Vizzini a 6 anni e un mese, Giuseppe Villari a 6 anni, Giuseppe Salvatore Agnello, Sergio Arangio a 3 anni, inflitti 3 anni e 2 mesi Rosario Costa, 3 anni e un mese ciascuno ad Alex Costa e Daniele Di Stefano, 2 anni e un mese a Maria Sanguedolce, un anno e 4 mesi a Salvatore La Rosa, un anno ad Antonino Cavarra.
Il tribunale ha assolto il barbiere netino Giuseppe Crispino, Gabriele Giuliano, Giovanni Sampieri, Salvatore Spadafora. I giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura per sei testi accusati di falsa testimonianza.