Mafia, Antimafia e Politica: Siracusa rimane in mano agli “strozzini”
La seduta della Commissione Antimafia siciliana durante la deposizione di Giancarlo Garozzo, sindaco Pd della città di Siracusa, è stata secretata. Ma secondo le indiscrezioni trapelate di segreto e di nuovo non ci sarebbe stato proprio niente; il contenuto era tutto noto alla pubblica opinione. Si parla di una narrazione spesso poca chiara e a tratti mescolata alla lotta intrapresa tra due gruppi contrapposti dalla politica all’interno del Pd siracusano, e non può essere la storia della consigliera comunale Simona Princiotta, oppure la vicenda amministrativa e penale dell’Open Land o peggio ancora qualche iscritto nella file del Pd siracusano con un vecchio profilo segnato nel cartellino penale che in questi anni hanno trasformato in mafia e malaffare l’intera politica locale. Semmai occorre capire gli attentati contro i tre consiglieri comunali Princiotta, Castagnino e Reale da che parte sono giunti e perché, da trattare in Commissione e non al bar. Un monologo che rimane come eseguito dal protagonista che innesta il freno a mano, mentre la partenza era stata ben altra cosa; come dire che in una rissa ci furono più grida che legnate, quindi, signor giudice ci assolva. Un racconto a effetto e a tratti come una notizia clamorosa che aveva fatto scattare l’attenzione di un fenomeno mafioso-politico a Siracusa, sia alla procura di Siracusa, sia a quella distrettuale antimafia, così come alla prefettura, portando all’audizione Garozzo davanti alla Commissione Antimafia presieduta da Nello Musumeci sulla soglia dell’attenzione mediatica a tratti inquietante; ma ora, però, il contenuto sembrerebbe formare tante buone opere e omissioni, dove il copione dell’audizione prevedeva anche altre cose che poi si sono come per incanto volatilizzate.
La prossima settimana è il turno dei consiglieri Simona Princiotta e Alberto Palestro insieme all’avvocato dell’Open Land Peppe Calafiore “sfilare” davanti alla Commissione Antimafia Siciliana. Non è cambiato quindi niente, e mentre dapprima i due gruppi politici contrapposti si scontravano su un piano prettamente politico e dai contorni giudiziari, ora la lotta si è radicalizzata in un groviglio di fatti e misfatti, accuse, querele e denunce, mentre la politica per amministrare la città è costretta a chiudersi in difesa per parare i colpi bassi dell’una e dell’altra parte, e la città appare così più abbandonata che prima, come una nave senza equipaggio in balia alle onde in un mare in tempesta. Non c’è davvero da stare allegri. Viva la democrazia di chi non ha niente da dire, visto che gli sciacalli si sono subito messi al lavoro per preparare la prossima torta da spartire dopo la tornata elettorale. Poveri siracusani capitati ancora una volta nelle mani degli “strozzini” della politica.
Concetto Alota
Le solite buffonate della politica. Poveri noi, si salvi chi può!