Melilli, atti persecutori: avviso di garanzia per Sorbello e Cannata
L’ex parlamentare regionale Pippo Sorbello, l’ex sindaco di Melilli Pippo Cannata e altre 4 persone sono state raggiunte da un avviso di conclusione delle indagini, disposto dai pm Salvatore Grillo e Francesco Eva, che hanno coordinato le indagini. Sono accusati, a vario titolo, di atti persecutori in concorso, concussione e abuso d’ufficio. Oltre ai due esponenti politici sono indagati l’allora assessore comunale Corrado Mascali, il dirigente del secondo settore del Comune di Melilli, Francesco Cannamela, le amministratrici rispettivamente di fatto e di diritto della cooperativa Provvidenza, Maria Concetta Ciulla e Rosina Amormino.
L’inchiesta scaturisce dalla denuncia sporta dall’assistente sociale del comune melillese, Giulia Cazzetta, assistita dall’avvocato Emanuele Scorpo, che, in servizio al settore Servizi politiche sociali e addetta all’area “minori”, ha denunciato di essere stata minacciata per non essersi piegata alla richieste di Sorbello, Ciulla e Cannata di compiere verbali di sopralluogo e relazioni attestanti il possesso dei requisiti da parte delle comunità alloggio che fanno capo alla cooperativa Provvidenza.
La presa di posizione della dipendente avrebbe convinto Sorbello a proferire per interposta persona parole di minaccia nei confronti di Cazzetta: “Sono disposto ad andarmene pure all’inferno e anche a modificare le carte pur di fargliela pagare”. In una circostanza, a seguito di un esposto anonimo e di un controllo eseguito dalla polizia municipale di Melilli nel mese di giugno 2015, Sorbello avrebbe fatto pressioni su un funzionario del comune di Melilli perché trovasse un “cavillo” per revocare la concessione in sanatoria di un immobile di proprietà di Giulia Cazzetta, ottenuta il 23 ottobre 2014. Pressioni e minacce che sarebbero state reiterare dall’allora sindaco Cannata che avrebbe prospettato anche la rimozione del funzionario responsabile dell’ufficio preposto alle pratiche edilizie. In questa vicenda avrebbe avuto un ruolo attivo l’assessore Mascali (che in quel periodo ricopriva le funzioni di sindaco facente funzioni in sostituzione di Cannata, sospeso per gli effetti della legge Severino, ndr) che aveva chiesto e ottenuto dal funzionario di trasmettere il fascicolo ad altro ufficio.
In questa vicenda deve rispondere di abuso d’ufficio il dirigente comunale Cannamela che, secondo quanto sostiene l’accusa, dopo la conclusione delle indagini relative proprio alla coop Provvidenza, avrebbe adottato alcuni provvedimenti volti a danneggiare l’assistente sociale Cazzetta, che in quel processo figurava come parte offesa, ordini di servizio con cui disponeva di sollevare la donna da tutti gli incarichi che riguardavano la coop in questione, la destinazione della stessa ad altra mansione, rimuovendola dal servizio minori.