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Melilli, è festa per i 65 anni di Italia Nostra

L’anniversario dell’associazione con due relatori d’eccezione: Liliana Gissara e Leandro Janni

La pandemia avrà pure impedito i festeggiamenti in stile IN (ricerca scientifica, studio del patrimonio artistico, sopralluoghi sul territorio, iniziative di sensibilizzazione a tutela dei beni culturali) ma non è riuscita a placare l’entusiasmo dei soci IN Melilli che hanno voluto celebrare i 65 anni dalla fondazione dell’associazione con due relatori d’eccezione: la consigliera nazionale, prof.ssa Liliana Gissara, e il presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Sicilia, architetto Leandro Janni.

L’evento, coordinato dalla presidente di Italia Nostra Melilli, prof.ssa Nella Tranchina, si è svolto in videoconferenza, sabato 9 gennaio 2021, alle ore 18.00, sulla piattaforma Meet di Google. E ha visto la partecipazione anche dei soci IN di numerosi presìdi e sezioni: Valplatani, Milazzo, Paceco, Belluno e Messina – per citarne alcuni.

Il 29 ottobre 1955 Umberto Zanotti Bianco, Pietro Paolo Trompeo, Giorgio Bassani, Desideria Pasolini dall’Onda, Elena Croce, Luigi Magnani e Hubert Howard siglarono l’atto costitutivo di Italia Nostra. Da oltre sei decenni le attività di volontariato culturale organizzate da Italia Nostra hanno contribuito a diffondere nel Paese la “cultura della conservazione” del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti, del carattere ambientale delle città.

Da 65 anni Italia Nostra, seguendo la strada tracciata dai suoi fondatori, protegge i beni culturali e ambientali – una missione che ha impegnato e impegna i suoi soci su questioni di rilevanza nazionale: la legge quadro sui parchi, la tutela dei centri storici, le campagne per salvare Venezia dall’Expo 2000 e Castel Sant’Angelo dal Giubileo, solo per citarne alcune.

E nel desiderio di stare al passo con i tempi, oltre alla salvaguardia di monumenti antichi, bellezze naturali e opere d’ingegno dall’abbandono e dal degrado, Italia Nostra persegue un nuovo modello di sviluppo, fondato sulla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale e naturale italiano, capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere e di sviluppo.

Questi sono stati solo alcuni dei temi trattati durante l’incontro di sabato 9 gennaio.

Il Presidente del consiglio regionale di IN Sicilia, ha coraggiosamente denunciato la situazione in cui versa l’amministrazione politica dei beni culturali della Regione; e ha sottolineato come, rispetto all’attenzione degli anni ‘80, la classe politica ha gradualmente abbassato il livello di monitoraggio e di intervento fino a una vera e propria decadenza delle intenzioni attuali che fanno davvero presagire tempi bui: ad esempio, per la “Carta di Catania” (secondo cui andrebbe assegnata alla gestione a privati il patrimonio archeologico che giace nei magazzini dei musei) o per la divisione delle competenze tra tutela e valorizzazione (come se l’una potesse prescindere dall’altra o viceversa).

L’architetto Janni ha anche affrontato la scottante questione del sito di deposito nazionale unico per i rifiuti radioattivi (dalle attività industriali, dalle professioni sanitarie e dalla ricerca scientifica). Già da cinque anni Italia Nostra Sicilia si è schierata contro gli elenchi di possibili siti individuati da studi di fattibilità commissionati dal governo: Butera, Pasquasìa sono due dei territori presi in considerazione nella regione; i sindaci di alcuni paesi, invece, hanno addirittura avanzato la candidatura dei loro comuni perché allettanti sono i dati di occupazione che la costruzione del sito (quattromila posti di lavoro per il cantiere) e la sua manutenzione (mille posti a regime) ventilano. Una situazione spinosa, insomma, su cui IN non può abbassare la guardia.

La consigliera nazionale Liliana Gissara, invece, ha tenuto a evidenziare l’impegno di Italia Nostra e la sua attività capillare, spesso sostenuta da una ricerca approfondita e documentata da una vasta pubblicistica che oggi costituisce patrimonio unico e insostituibile a disposizione del Paese su vasti campi di indagine: i centri storici, la pianificazione urbanistica e territoriale, i parchi nazionali, l’ambiente, la questione energetica, il modello di sviluppo del Paese, la viabilità e i trasporti, l’agricoltura, il mare, le coste, le isole, i musei, le biblioteche, gli archivi storici. E ha ribadito l’importanza della vitalità delle sezioni e dei presidi IN (più di duecento diffusi su tutto il territorio) da cui dipende l’attenzione anche per la storia locale e per i piccoli borghi, fonti inesauribili di conoscenza.

Gli interventi dei due relatori sono stati seguiti da un dibattito edificante e costruttivo tra i soci che, avendo a cuore l’associazione, hanno fatto riflessioni e lanciato proposte sulla situazione attuale e sul futuro di IN.

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