Mons. Lomanto: “Avvento, tempo della vigilanza, dell’attesa e della speranza”
Siracusa, 28 novembre 2022 –“Non possiamo vivere una vita veramente cristiana se, giorno dopo giorno, non ci rinnoviamo nel contatto con Dio. L’esperienza del cristiano che è Dio stesso non può conoscere mai declino, ma deve continuamente attingere alla comunione con Dio in una misura sempre maggiore, in una incessante crescita e in una rinnovata novità di vita”. Lo scrive l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, nella lettera inviata alla comunità diocesana, in occasione della prima domenica di Avvento, che si è celebrata ieri.
L’Avvento è il tempo che precede il Natale. “Invito tutti a vivere l’Avvento come tempo della vigilanza, dell’attesa e della speranza per accogliere Dio in una misura sempre più grande, ponendoci in ascolto della sua Parola, contemplando il mistero del Natale e realizzando in noi la sua presenza di pace, di bene e di amore” ha scritto mons. Lomanto che ha fornito delle indicazioni. Il tempo dinamico dell’Avvento serve per accogliere Dio in misura sempre più grande: “L’Avvento è attesa della venuta del Signore che vuole realizzare un incontro personale con noi. Egli è venuto e continua a venire per incontrarci, per stare con noi e per salvarci. Viene realmente perché è il Vivente che dona vita e speranza. Di qui nasce la necessità dell’attesa di ogni cristiano. Non si tratta soltanto di un avvento escatologico proiettato nel futuro che chiuderà la storia del mondo, la vita di questa economia presente, ma si deve parlare, invece, di una continua venuta di Cristo. Non possiamo vivere una vita veramente cristiana se, giorno dopo giorno, non ci rinnoviamo nel contatto con Dio“.
Nel mistero del Natale, Dio si spoglia di tutto e mantiene il potere di amare e di essere amato: “Egli è Colui che ha rinunciato a ogni potere, a ogni grandezza, non riservando nulla per sé, se non il potere di amare. L’amore disarma sempre. L’amore abbassa il Verbo di Dio per ridurlo veramente alla proporzione dell’uomo. Lo spoglia di ogni suo potere, perché vuole abitare dentro di noi, vivere nei nostri cuori. (…) Non chiede un servizio, non aspetta una sudditanza, non pretende una dipendenza: attende una risposta di amore al suo amore infinito. Ecco il mistero del Natale: un Dio che si spoglia di tutto per dare e attendere tutto nell’amore! Ma, allora, quale significato assume oggi il Natale per noi? Il miracolo del Natale del Signore è che Egli non è più al di fuori di noi, ma abita dentro di noi, vive nei nostri cuori e dimora in noi. Con la sua Incarnazione Gesù si fa presente nella nostra umanità, nel luogo dove noi siamo e nella vita che noi viviamo oggi, non domani. Celebrare il Natale del Signore vuol dire, allora, che il suo segreto abitare nel nostro cuore diventi il centro stabile, perenne e unificante dei nostri legami, del nostro pensare, del nostro agire, di tutto il nostro vivere“.