Morte del piccolo Evan, incarico allo psichiatra per la perizia sull’imputato
Sarà il professore Antonino Petralia a eseguire la perizia psichiatrica nei confronti di Salvatore Blanco, imputato al processo per la morte del piccolo Evan, avvenuta il 17 agosto dello scorso anno. Nell’ultima udienza, la Corte d’assise presidente Tiziana Carrubba, a latere Carla Frau) ha con ferito l’incarico al docente dell’Università di Catania, che dovrà eseguire l’esame per poi riferire in occasione della prossima udienza, fissata per i primi di gennaio.
L’avvocato Salvatore Irullo, che ha presentato l’istanza alla corte d’assise, ha prodotto una documentazione da cui si evince che Blanco in passato sia stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio e che, proprio a causa dei suoi problemi psichici, abbia ottenuto l’assoluzione in un precedente processo per resistenza a pubblico ufficiale.
L’esito della consulenza disposta dai giudici diventa fondamentale per il proseguo del processo a carico di Blanco e della sua compagna, Letizia Spatola, madre naturale di Evan. Per entrambi il procuratore capo Sabrina Gambino e il pubblico ministero Carlo Enea Parodi hanno avanzato l’accusa di omicidio volontario e di maltrattamenti.
Al vaglio della corte d’assise c’è il caso del piccolo di appena 21 mesi, morto subito dopo il ricovero all’ospedale Maggiore di Modica il 17 agosto dello scorso anno. Gli inquirenti sostengono che l’imputato non sopportasse i continui pianti del bimbo e per questo, lo avesse più volte malmenato. Sulle prime, sia Blanco sia la compagna hanno dato una versione dell’accaduto che non ha convinto il medico e nemmeno gli inquirenti. Nel tentativo di nascondere la violenza i due imputati hanno riferito che il piccolo era stato male, che aveva ingoiato un giocattolo, che era caduto, che aveva battuto il capo contro una porta di casa, chiusa a causa del vento. La madre ha prima cercato di fare da scudo al compagno, ma poi ha ceduto raccontando delle violenze che l’uomo avrebbe commesso nel tempo ai danni del piccolo e anche nei suoi confronti. Violenze tra le mura domestiche che la donna ha tollerato e mai denunciato. Ed è per tale motivo che la Procura ritiene che la madre possa essere stata complice dell’uccisione del figlioletto.
L’autopsia sul corpicino della creatura ha decretato che il decesso sia avvenuto a causa di un arresto cardiocircolatorio, dovuto a una forma di broncopolmonite che sarebbe collegabile alle ripetute lesioni e ai maltrattamenti subiti nel tempo dalla piccola vittima oltre ad altre lesioni in varie parti del delicato fisico.