Morte del piccolo Evan: tensione in aula per il contenuto di alcune intercettazioni
È stata un’udienza lunga e carica di tensione quella di ieri al processo a carico della madre del piccolo Evan, Letizia Spatola, e del compagno Salvatore Blanco, in corso di svolgimento davanti alla corte d’assise (presidente Tiziana Carrubba, a latere Carla Frau). La Corte ha dovuto interrompere l’udienza a causa del nervosismo manifestato da Blanco. L’imputato, che era presente in aula, si è sottoposto all’esame del pubblico ministero Carlo Enea Parodi rigettando ogni addebito e sostenendo di non avere mai fatto del male al bimbo, morto nell’agosto del 2020 a causa delle conseguenze delle percosse. All’imputato sono stati fatti ascoltare frammenti di due intercettazioni ambientali sulle quali il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto chiarimenti per fugare ogni dubbio rispetto a ipotizzabili abusi subiti dal piccolo Evan. Alla richiesta di chiarimenti, Blanco è andato su tutte le furie sostenendo di non avere mai abusato del figlioletto della sua compagna. A causa della tensione che si è creata in aula, la corte d’assise ha deciso di sospendere l’esame dell’imputato per consentire di ristabilire la calma in aula.
Nel corso dell’esame, Blanco ha riferito che le fratture subite da Evan al femore, alla clavicola e l’ustione alla manina sarebbero conseguenza d’incidenti fortuiti. Ha respinto l’accusa per la quale in una circostanza avrebbe preso per il collo il bambino che sgambettava in aria nel tentativo di divincolarsi, dicendo che si tratti solo di una ricostruzione inventata dal fratellino di Evan.
Nel corso dell’udienza è stata sentita Letizia Spatola, che ha confermato le sue precedenti versioni sui fatti oggetto della contestazione. Ha ribadito di essere stata succube del compagno, che l’avrebbe picchiata più volte e di avere subito manipolazioni. Ha confermato che le lesioni riscontrate a più riprese dai sanitari sul bambino fossero dovute a cadute accidentali tranne che nell’ultima circostanza, quando il bambino presentava un occhio nero, motivo di litigio con il compagno e del venire meno della fiducia nei suoi confronti. Alla donna sono state fatte sentire le registrazioni del pianto del bambino ed ha dato una giustificazione per ogni episodio.
Si torna in aula fra due settimane per l’esame e il contro esame dei testi citati dalla pubblica accusa.