Morte di Eligia Ardita: Ergastolo per Christian Leonardi
Un applauso di liberazione per parenti e amici. È stato la reazione dei presenti in Aula non appena la presidente della Corte d’Assise, Giuseppina Storaci, ha letto la sentenza con cui situava la condanna all’ergastolo per Christian Leonardi. Una via crucis durata 47 udienze e oltre 5 ore di camera di consiglio. La Corte d’Assise di Siracusa, presieduta dalla dottoressa Storaci, a latere Alessandra Gigli, è arrivata la sentenza di primo grado al processo a carico dell’ex guardia giurata con la condanna al massimo della pena per l’omicidio della moglie Eligia Ardita la sera del 19 gennaio 2015 e della figlioletta che portava in grembo.
Il pm Fabio Scavone ha rinunciato alla replica, consentendo alla Corte d’Assise di ritirarsi in camera di consiglio alle 9.35. Alla lettura della sentenza non era presente l’imputato, così come aveva fatto già dalla discussione. La Corte d’Assise lo ha condannato al carcere a vita con isolamento diurno per la durata di 3 mesi, uno in più rispetto a quello richiesto dal rappresentante della pubblica accusa. Leonardi è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e anche legalmente decaduto dalla responsabilità genitoriale. E’ stato condannato al risarcimento del danno in favore delle parti civili costituite, i genitori di Eligia. Agatino Ardita e Grazia Caruso, i fratelli della vittima Luisa e Francesco Ardita, ed ancora Cristina Caruso, Danilo Pica, Margherita Cappello, Salvatore Aliano, Lucia, Maria e Salvatrice Caruso, Fabrizio Ardita, la Fondazione Eligia e Giulia Ardita contro ogni violenza e per il diritto alla vita, il centro antiviolenza e antistalking La Nereide”, la Rete centri antiviolenza di Raffaella Mauceri, “Le Nereidi”, il Coordinamento Donne siciliane contro la violenza”.
Leonardi è stato condannato anche al pagamento di una provvisionale in favore dei genitori di Eligia Ardita pari a 100 mila euro ciascuno e un’altra provvisionale da 50mila euro ciascuno per i due fratelli della donna.
La sentenza è stata accolta in lacrime dai genitori di Eligia, che hanno voluto essere sempre presenti in aula durante il processo.
Sono stati impegnati 90 giorni di tempo per il deposito delle motivazioni.
C.A.