Morti di covid nel Siracusano: indaga un pool di magistrati
La Procura ha istituito un pool di magistrati per trattare i casi di morte, dovuta al Covid, per i quali sono state depositate denunce circostanziate, ritenute meritevoli di un approfondimento delle indagini. Al vaglio della magistratura siracusana ci sono oltre una quindicina di casi sui quali si nutrono sospetti, quasi la metà degli esposti presentati in tribunale per casi di morte derivata o direttamente cagionata dall’azione devastante del virus.
I casi si sono tutti verificati nella prima ondata della pandemia, cioè avvenuti tra i mesi di marzo e maggio dello scorso anno nei centri covid degli ospedali della provincia siracusana. Sulla vicenda di Calogero Rizzuto, il direttore del parco archeologico della Neapolis, scomparso alla fine di marzo dello scorso anno, dopo diversi episodi di ricovero e di dimissioni dall’ospedale Umberto primo, per il quale sta procedendo il pubblico ministero Carlo Enea Parodi, “La famiglia Rizzuto – afferma l’avvocato Giovanni Giuca – è impaziente di conoscere l’esito, qualsiasi esso sia, della consulenza disposta dal pm e depositata ormai da tempo”.
Per tutti gli altri casi la Procura ha disposto una super perizia collegiale che sarebbe stata depositata il mese scorso ma di cui ancora non si conosce l’esito. Un riscontro scientifico che consentirebbe agli inquirenti di stabilire se vi siano eventuali responsabilità da parte di terze persone.
Ogni caso avrebbe una storia a sé, su una base comune in cui i legali difensori hanno rilevato errori di trascrizione nelle cartelle cliniche. Tra i casi, oggetto di approfondimento giudiziario, quello di una donna di Siracusa, morta nel mese di marzo 2020, pochi giorni dopo il suo ricovero in ospedale, a seguito del contagio da covid: nella cartella personale sarebbe stata rilevata la presenza di diabete di cui, però, i familiari sostengono non avesse mai sofferto. A un altro paziente, morto per covid, è stata diagnostica una neoplasia alla vescica, operata dieci anni prima e, dopo quell’intervento, il problema non si sarebbe più ripresentato. Nella cartella clinica di un’altra donna di Sortino, come denunciato dai parenti, sarebbe stata trascritta una severa obesità di cui la donna non avrebbe mai sofferto. Ad eccezione di Rizzuto, sul cui cadavere è stata eseguita l’autopsia, anche se postuma, a tutte le altre vittime della prima ondata del covid non è stato possibile eseguire l’esame autoptico.