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MoVimento 5 Stelle Siracusa: “Sindaco autoreferenziale e solo, Italia ridia parola agli elettori”

Un sindaco debole ed autoreferenziale, senza il sostegno dei partiti e supportato da pochi, rende debole l’intera città. E non è questa la premessa ideale per agganciarsi, come ha ripetuto decine di volte quasi come non avesse altro tema, alla sfida del Pnrr. Il sindaco ed i suoi più stretti collaboratori, peraltro ormai tutti in giunta, prendano atto della necessità di tornare al voto per restituire a Siracusa la piena rappresentatività democratica.  Quanto successo negli ultimi giorni dalle parti del Vermexio  (e forse non è ancora finita)  lascia più di una preoccupazione sul terreno. E’ vero che c’è stata, e in parte c’è ancora, una pandemia da gestire, ma la stessa cosa vale per gli altri 8000 comuni italiani. E’ vero che c’è una carenza di personale, soprattutto qualificato, ma questo vale per la stragrande maggioranza degli enti locali italiani, specie al Mezzogiorno, a causa delle folli politiche di contenimento della spesa pubblica degli ultimi 10/15 anni, che adesso finalmente hanno visto una inversione di tendenza. E’ vero che il sindaco è stato eletto dalla maggioranza dei cittadini che sono andati a votare nel 2018, ma è altrettanto vero che quella larga maggioranza che lo appoggiò al ballottaggio non esiste più. Non è rimasto niente e nessuno. Un amministratore responsabile e che realmente ha a cuore le sorti della sua comunità, avrebbe già preso atto della situazione e restituito la parola agli elettori. Nei fatti, Siracusa è già commissariata perché manca ogni forma di dibattito o confronto con la società siracusana. Si decide tutto chiusi dentro al Vermexio o tutt’al più in qualche salotto ortigiano. Senza avvertire la necessità di informare o spiegare e con una tendenza a rispondere alle critiche con lo scontro o l’insulto. Atteggiamenti da uomo solo al comando. Eppure il sindaco Italia si sente accerchiato quando invece si è semplicemente isolato. E lo ha fatto, anche questo, da solo.  Però tiene sotto scacco una città che non lo segue e non lo percepisce. Ne prenda atto e misuri oggi, non tra due anni e per virtù ricevuta, quanto è gradito all’elettorato. Ma non giustifichi questo rimpasto ripetendo decine di volte la parola PNRR. È solo sopravvivenza politica, la sua. Per carità, alcune scelte coraggiose sono state anche fatte in questi anni e vanno riconosciute. Alcuni assessori, tutti ora fuori dalla giunta, hanno mostrato sicuramente il loro valore e le loro capacità, soprattutto quella di lavorare per il bene comune e dei siracusani. E pensiamo al nuovo bando sul servizio idrico o alle nuove politiche di mobilità. Ma sono stati casi isolati e forse osteggiati persino dentro la giunta.Il M5S, che nel 2018 entrò in consiglio comunale per la prima volta con ben 5 consiglieri, non ha mai voluto far parte di questa sindacatura, facendo una opposizione costruttiva e non ideologica. A parte qualcuno che a volte ha “sbandato”, questa è stata la nostra linea. Fino al giorno in cui qualche fine “stratega” fece male i conti in Consiglio comunale e bocciò il bilancio consuntivo 2018 mandando a casa l’assise ma non il sindaco, a causa di una legge regionale semplicemente illogica. Oggi la città mostra tutte le sue sofferenze, che non sono certo responsabilità totale del sindaco Italia. Ma è lui che non riesce a fornire risposte, anche parziali, a quelle sofferenze evidenziate dai cittadini. Emerge con forza la mancanza di una visione,  di un progetto. Manca il coraggio di prendere decisioni o impegni anche ambiziosi e coraggiosi. C’è bisogno di dire oggi cosa vuole diventare Siracusa nel 2030 e iniziare a prendere le decisioni conseguenti, non vivacchiare e ripetere con insistenza Pnrr, sigla vuota e di retorica se non la si riempie di fatti e progetti, al momento ignoti.  Se il sindaco ha deciso di isolarsi circondato dallo scudo protettivo del PNRR, faccia pure. Ma là fuori la città ha bisogno di risposte e prospettive concrete. Di qualcuno che la guidi e che la “senta”. Da parte nostra ci siamo,  aperti al dialogo con le forze civiche e progressiste che in questi anni hanno dimostrato di pensare al bene della città, e non al loro tornaconto elettorale. Fuori dalla sindacatura Italia, come dall’inizio, e fuori dalla disperata voglia del sindaco di essere il candidato anche per il 2023. 

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