MUnafò (Uil): “Hotspot ad Augusta? No, grazie”
“Un altro primato da ottenere dopo quello di avere il più alto numero di immigrati nella nostra zona? No grazie”. Lo ribadisce anche il segretario territoriale generale della Uil, Stefano Munafò, dopo la riunione tenutasi a Roma al Dipartimento per le libertà civili (alla quale ha anche partecipato il sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro), per istituire un hotspot per l’immigrazione nel porto di Augusta, seppure con il nuovo acronimo di Cpsa (Centro di primo soccorso e accoglienza).
“Il sindaco di Augusta, Cettina Di Pietro, ha parlato di assoluto successo. Ma di quale successo o primato ci dobbiamo dotare dopo che il porto di Augusta rimarrebbe il primo approdo d’Europa per i migranti?”.
Ricordiamo che il porto di Augusta è porto “core”, in quanto riconosciuto dall’Unione europea, strategico per i commerci europei: l’istituzione del Cpsa, altro non farebbe che aggravare una situazione di per sé già critica, considerato il fatto che si continuerebbe a paralizzare il porto commerciale.
Munafò ha spesso sottolineato l’importanza strategia di una struttura la cui Autorità sarebbe dovuta essere stata appannaggio di Augusta anziché Catania.
La sensazione è che vengano usati due pesi e due misure in relazione all’approdo etneo, visto che tutto ciò che è positivo (la Port Authorty appunto) viene destinato a Catania, quanto di negativo (l’hotspot per gli immigrati) finisce ad Augusta o comunque alla provincia aretusea come se dovesse passare sempre in secondo piano il valore e l’importanza di un territorio strategico come il nostro.