’Ndrina e Cosa Nostra si davano appuntamento a Siracusa
Il traffico degli stupefacenti tra la famiglia “Paviglianiti” di Reggio Calabria e il clan Guttadauro di Palermo avrebbe fatto tappa a Siracusa. Un’area di servizio dell’autostrada Siracusa-Catania, all’altezza dello svincolo Nord per il capoluogo aretuseo, infatti, è stata individuata da dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria come luogo prescelto da corrieri reggini per la consegna di una consistente partta di cocaina a emissari di “Cosa nostra” palermitana.
Il particolare, curioso quanto inquietante, è emerso nell’inchiesta denominata “Ultima spiaggia”, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
Per i magistrati, il presunto re del narcotraffico internazionale, Domenico Paviglianiti avrebbe stretto rapporti d’affari con la mafia palermitana benché sia detenuto in carcere. Anzi, proprio da Ascoli Piceno, luogo di detenzione, avrebbe mantenuto e rafforzato il suo carisma tenendo ben stretti i legami tra le cosche operanti lungo la fascia ionica reggina, tenendole in pugno grazie ai corposi proventi dall’attività di traffico di sostanze stupefacenti.
Tra gli interlocutori di Domenico Paviglianiti anche la famiglia Guttadauro con la quale ha intavolato un “rapporto di mutua collaborazione”. Traffici illeciti che, scrivono i magistrati della Dda di Reggio Calabria “trovano riscontro nei rapporti allacciati con esponenti della realtà criminale siciliana, allo stato non ancora identificati”.
Gli investigatori dell’Arma dei carabinieri si sono messi più volte all’inseguimento di emissari reggini in trasferta a Piedimente Etneo in provincia di Catania “verosimilmente per trattare una fornitura di sostanza stupefacente: gli accorgimenti e il timore per eventuali controlli di polizia alimenta il sospetto che la trasferta siciliana sia riconducibile alla gestione dei traffici illeciti”.
In tale contesto si inserisce il terrtitorio siracusano, evidentemente scelto come zona neutra per trattare lo scambio di partite di droga e per il materiale scambio di quantitativi di stupefacente. I carabinieri reggini tengono sotto controllo alcuni esponenti malavitosi e serguono un filone che porta proprio in Sicilia, proprio nella terra siracusana, forse ritenuta terreno fertile dalle cosche reggine e palermitane, visti anche altre operazioni antidroga nelle quali sono state coinvolti corrieri siracusani in trasferta nella Locride e nel Palermitano per l’approvvigionamento di stupefacenti.
Il 25 giugno 2011 gli investigatori intercettano una conversazione telefonica nella quale gli interlocutori si danno appuntamento per il giorno successivo per la cessione di una partita di droga.
Scattato il servizio di monitoraggio, due corrieri reggini sono acciuffati dai carabinieri presso l’area di servizio di Siracusa Nord con mezzo chilo di cocaina. In quella circostanza, i destinatari palermitani del carico di droga sono riusciti a sfuggire alla cattura. Malgrado scoperti, i sodalizi malavitosi avrebbero continuato a manetere i rapporti.
Siracusa “vigilata speciale” per il traffico della droga.
Siracusa è stata da sempre considerata un porto franco, un territorio satellite al servizio della malavita organizzata; il rapporto con mafia palermitana, catanese e la ‘ndrangheta calabrese e stato registrato copioso e di continuo, specie per quel che riguarda il traffico della droga, dove le quantità trattate e transitate per il territorio siracusano sono stati davvero notevoli.
Il sequestro da parte delle forze dell’ordine siracusane di droghe registrato negli ultimi ventiquattro mesi è stato notevole e con un sistema dove a essere arrestati sono quasi sempre incensurati; segno che il sistema funziona a compartimenti stagni, e non è un caso che il punto d’appuntamento si trova registrato lungo l’arteria autostradale all’altezza dello svincolo tra Siracusa nord, Floridia e Priolo. Infatti, è Floridia, oltre che Lentini, dove si è registrato il maggior interesse all’ingrosso della droga, finanche con diversi omicidi e clan che si sono succeduti nel controllo del traffico e si sono affrontati in una guerra feroce e collegata direttamente al traffico della droga; a Floridia gli interessi per gli stupefacenti hanno un punto di forza economico non indifferente, dove a investire milioni di euro, sono da sempre gli usurai, o strozzini che dir si voglia, che agguantano ogni affare, anche sporco, dove poter lucrare dopo la crisi economica dell’economia. Il giro di moneta contante che gira sull’affare droga è indefinibile. Floridia con i suoi “banchieri” è un punto di riferimento certo e sicuro per corrieri e commercianti, che per motivi logistici s’incontrano in un luogo di passaggio più consono per regolare gli affari in gran segreto come una comune autostrada dove il transito riesce a nascondere i movimenti loschi. Risultanze che i magistrati inquirenti della DDA di Reggio Calabria riportano nei verbali e nei decreti, parlando di “traffici illeciti, dove trovano riscontro nei rapporti allacciati con esponenti della realtà criminale siciliana”. Molti sono stati nel passato i corrieri siracusani arrestati nel territorio di Messina provenienti dalla Calabria da parte di polizia e carabinieri con i rispettivi gruppi operativi antidroga in servizio a Siracusa, in collaborazione con i colleghi messinesi e calabresi, come anche nel territorio palermitano.
L’Italia è il paese invaso delle droghe I dati dell’antidroga parlano chiaro: in un anno la quantità di sostanze sequestrate è aumentata di oltre il 40 per cento, soprattutto a causa di quelle sintetiche. E i cartelli criminali, sempre più potenti e aprono nuove rotte, con oltre settantadue mila chilogrammi di droghe sequestrati nel 2013, un più 43 per cento rispetto all’anno precedente, e trentatré mila persone segnalate all’Autorità giudiziaria e con oltre venti mila operazioni antidroga. I dati della Direzione centrale per i servizi antidroga del Viminale fotografano l’Italia come uno dei poli principali della droga, per il consumo e soprattutto per il transito. Un paese in cui le organizzazioni criminali continuano a operare e a fare affari.
Più cannabis e droghe sintetiche. 36 mila mila chili di hashish, 30 mila mila di marijuana, in totale 65 mila chili di cannabis, il 50 per cento in più in un solo anno. E ancora sessanta chili e cinque mila dosi di anfetaminici in polvere e persino più del doppio di pasticche di LSD. Cala invece l’Italia delle piantagioni, che nel 2012 aveva segnato un record con oltre 20mila chili sequestrati, ma si rimedia importando. Cannabis e droghe sintetiche sono in costante crescita, mentre diminuiscono del sei per cento i sequestri di cocaina, nonostante il trend degli ultimi anni non vari, con una domanda ormai stabile, e cala anche della stessa percentuale l’eroina, distribuita soprattutto nel Nord Italia.
Con oltre quaranta chili di droga e oltre di dieci mila piante di cannabis sequestrate è la Sicilia a classificarsi al primo posto, dove Siracusa ha fatto registrare un interesse non indifferente rapportato al numero di abitanti e alla proporzione del territorio; ma l’Italia, da Nord a Sud, attraverso i suoi aeroporti, valichi e soprattutto porti, è un approdo per la droga. In Puglia nel 2013 le forze dell’ordine hanno sequestrato dieci mila chili, in Lazio oltre sette mila così come in Lombardia. E poi, a Sud, la Calabria, con il porto d’ingresso di Gioia Tauro, dove nel 2013 hanno trovato oltre 1.600 chili di cocaina, e risalendo Ancona con un sequestro di due mila chili di marijuana, fino alle acque al largo di Pantelleria che hanno fatto emergere ben 15mila e 700 chili di hashish.
Concetto Alota