Nel ricordo di Graziano Verzotto, quando Siracusa contava
Graziano Verzotto faceva parte degli uomini politici d’altri tempi e di altra levatura, insieme a Santi Nicita e tanti altri. In quel tempo Siracusa aveva la squadra di calcio in serie C; il Polo Petrolchimico più grande d’Europa che contava ben 24 mila addetti tra diretto e indotto. Con la presidenza dell’Ente Minerario Siciliano, Graziano Verzotto, che arrivò a Siracusa come commissario della DC ai tempi di Amintore Fanfani segretario, riuscì a mettere in moto nel territorio siracusano due aziende che svilupparono al tempo oltre settecento dipendenti sparsi in tutti i cantieri d’Italia: la Gecomeccanica di Priolo Gargallo e la Plastionica, con uno stabilimento a Villarosa Enna e ad Augusta. Società controllate dall’Ems e inseriti nel sistema industriale siciliano, insieme alla Sochimisi, alla Chimica del Mediterraneo, l’Elitaliana, Italkali e tante ancora.
Un progetto che vedeva l’impegno della classe politica siciliana e di cui Siracusa era in prima fila. Insomma, aveva un peso nelle decisioni. L’operazione industriale per la Sicilia, aveva creato l’Ems, l’Azasi e l’Espi. Un progetto ambizioso che voleva il riscatto dei siciliani; ma lungo la strada, le tre realtà economiche nate per lo sviluppo settoriale industriale regionale, trovarono gli ostacoli di natura politica della segreteria nazionale della DC e di riflesso del Governo nazionale, che si opponeva ad una strategia politica-economica di lunga durata. Per le aziende che erano nate per l’estrazione del salgemma e dello zolfo, la globalizzazione costrinse il governo regionale a ridurre la produzione, fino alla messa in crisi dell’intera filiera, con la messa in liquidazione della aziende di riferimento.
Rimase il settore metalmeccanico, col la Gecomeccanica Spa e la Gecocantieri Spa. Con un progetto che prevedeva la realizzazione della base di Punta Cugno per la costruzione delle piattaforme petrolifere off-schore, e un moderno e funzionale cantiere navale nel sito militare del vecchio Idroscalo nella rada di Augusta, con una commessa che prevedeva la costruzione di ben settecento pescherecci commissionati dal governo di Cuba al comando di Fidel Castro. Ma l’intervento degli Stati Uniti blocco la commessa attraverso le pressioni a quello italiano. Per non creare un incidente diplomatico, Graziano Verzotto dovette rinunciare alla miliardaria commessa e al cantiere navale che fu ceduto ad altri concessionari per attività minori. Un progetto che prevedeva l’alaggio e il varo dei mezzi nautici attraverso, allora moderni, “ascensori”, e una forza lavoro di circa trecento addetti a regime per un periodo di cinque anni. Nel progetto c’era inserita una nave officina per le riparazioni in alto mare.
Eravamo un territorio ricco. E ora?
Concetto Alota