Nicita: “il Csf (Mef) certifica Isab può continuare la propria operatività”
Due settimane fa, con la collega Annamaria Furlan, abbiamo sollecitato un intervento del Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF) per sbloccare tempestivamente, con il rilascio di una comfort letter, l’incertezza giuridica su questa vicenda, così da fornire, alle banche che supportano l’impianto ISAB, una garanzia giuridica efficace e vincolante in merito al perimetro delle operazioni coperte dalle sanzioni europee. Sul punto abbiamo inoltre inviato una interrogazione urgente al Ministro Urso che ringraziamo, assieme al Direttore generale dl Tesoro, per l’attenzione e per essersi prontamente attivati anche in sede CSF.
Esprimiamo oggi soddisfazione per il rilascio in tempi record, da parte del CSF, della comfort letter, proprio nel senso che avevamo sollecitato. Oggi, infatti, è stato chiarito ufficialmente e per la prima volta, che le operazioni dell’impianto ISAB, con importazione di petrolio non russo, sono fuori dal perimetro giuridico che fa scattare le sanzioni europee. Ciò fornisce, finalmente, alle banche un forte garanzia giuridica dello Stato contro il rischio di essere passibili di sanzioni in relazione all’erogazione di linee di credito dopo il 5 dicembre, data dell’embargo sul petrolio russo. Si sblocca così l’impasse di incertezza giuridica che da mesi caratterizza la programmazione futura dell’impianto. La comfort letter permette di programmare l’attività dell’impianto dopo il 5 dicembre e di accelerare, ove necessarie, eventuali integrazioni di garanzie economico-finanziaria pubblica (ad esempio, ma non solo, attraverso SACE). D’altra parte, la remuneratività e il valore degli asset dell’impianto e delle transazioni economiche connesse alla raffinazione non sono mai state messe in discussione, a maggior ragione in presenza di dinamiche dei prezzi energetici così elevate. La cosa importante, per il momento, è che la comfort letter permette oggi di avviare da subito, da parte delle banche, linee di credito per contratti di import di petrolio non russo, anche di breve periodo, così da non interrompere, intanto, l’attività dell’impianto.
Ulteriori iniziative strutturali, con possibili mutamenti degli assetti proprietari dell’impianto, con parziale o totale intervento pubblico, risultano essere oggetto di discussione e approfondimento presso il MEF e il MISE, dopo l’incontro del 17 ottobre cui hanno partecipato imprese e soggetti interessati.
Siamo pienamente disponibili a continuare a collaborare con il nuovo Governo, che ringraziamo, assieme a tutta la deputazione parlamentare del siracusano, ai sindaci e a tutte le parti sociali, per un’azione unitaria finalizzata a un grande piano di medio-lungo periodo che possa coniugare riconversione industriale, rilancio occupazionale e risanamento ambientale dell’intera area.