Noto, 330 anni sono trascorsi dal terribile terremoto che distrusse la città
L’11 gennaio 1693 segnò uno spartiacque per tante città, le comunità, i territori ma anche per la scienza. Il potente terremoto colpì in due riprese il 9 e l’11 gennaio un territorio vastissimo lungo la fascia jonica della Sicilia e proprio il secondo evento, quello distruttivo, rappresenta ancora oggi una vera e propria pietra miliare nell’intera storia sismica del nostro Paese. Nell’attuale versione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani risulta essere il più forte evento sismico avvenuto negli ultimi 1000 anni sull’intero territorio nazionale. Inoltre, per vastità dell’area colpita, numero di vittime e gravità degli effetti provocati, è tra i terremoti maggiormente distruttivi della storia sismica italiana; infine, riveste un’importanza enorme per la colossale e problematica opera di ricostruzione e di riedificazione che modificò radicalmente l’intera rete insediativa di una ampia parte della Sicilia. Città intere distrutte ma soprattutto vite spezzate: La statistica ufficiale, redatta nel maggio 1693, riporta circa 54.000 morti, di cui quasi 12.000 nella sola Catania (il 63% dei circa 19.000 abitanti di allora); 5.045 (51%) a Ragusa; 1.840 (30%) ad Augusta; 3.000 (25%) a Noto; 3.500 (23%) a Siracusa, e 3.400 (19%) a Modica. Ed è proprio la Città di Noto, con la sua Amministrazione, che mai dimentica questo evento funesto per trasformarlo in un’occasione di riflessione e confronto, che dopo gli anni vissuti tra divieti e chiusure invita alla massima partecipazione la propria comunità, e non solo, per l’appuntamento di domani e di domenica organizzati dall’Archeoclub d’Italia APS sede di Noto, in collaborazione con Acquanuvena e Movimento Rigenerazione Asinaro: “Nella ferita la cura 2023”, X edizione. Il primo appuntamento è per il pomeriggio di domani, 11 gennaio, con inizio alle h.17,30, nella sala Gagliardi di Palazzo Trigona con il convegno “Noto e il fiume Asinaro” che verrà aperto dai saluti del sindaco Corrado Figura e del soprintendente BB.CC.AA. di Siracusa Salvatore Martinez, a seguire gli interventi di: Rosario Ruggieri, geospeleologo, Baldassare Cuda, esperto di storia locale, Giuseppe Iuvara, esperto di storia locale, Salvatore Cartarasa, progettista PRG di Noto, Natasha Owen, Movimento Rigenerazione Asinaro. A moderare il convegno sarà Laura Falesi, Presidente Archeoclub d’Italia APS sede di Noto. L’approfondimento di questa decima edizione intende focalizzare l’attenzione sui geositi carsici dell’area iblea e la Grotta di Fontana Grande del fiume Asinaro, i mulini ad acqua, la fauna e i siti archeologici dimenticati. Domenica, 15 gennaio, invece a partire dalle 9,30 si terrà una passeggiata drammatizzata a Noto Antica, che si svolgerà dalla Porta della Montagna, scendendo verso la Fontana Grande, la sorgente più copiosa del fiume Asinaro, che nasce dalla grotta trattata nel convegno. Dalla sorgente di Fontana Grande si costeggerà il corso d’acqua, si vedrà la sorgente Guadarrumo, i mulini e le concerie, fino ad arrivare alla valle del Durbo. Ma occorre ricordare infine che al Museo Civico di Noto, in Corso Vittorio Emanuele 149, è possibile visitare tutti i giorni la sezione medievale ricca di reperti provenienti proprio da Noto Antica, area del Castello e di San Michele, con l’opportunità di vedere il docu film in 3D: “Noto 1693: il giorno della paura”, che grazie alla virtual reality fa immergere lo spettatore, grazie ai visori della realtà aumentata, all’interno della maestosa bellezza di Noto. In occasione dell’anniversario dell’11 gennaio, in orario di apertura dalle h.10 alle h.14, la direzione propone un prezzo speciale, ed unico per tutti, per la visione del film. Emanuela Volcan