Noto, a teatro tutto pronto per “Il misantropo” di Molière
Al “Tina Di Lorenzo” di Noto si susseguono gli spettacoli della stagione 2018-2019 e dopo l’appuntamento con il cartellone “Palco centrale non solo classici”, mercoledì prossimo, 13 marzo alle 20,45, torna “Esplora palcoscenico contemporaneo”. In scena “Il misantropo” di Molière, interpretato da Fabio Bisogni, Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Marco Lorenzi, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Angelo Maria Tronca, e con la regia, traduzione e adattamento di Marco Lorenzi. Con “Il Misantropo” Il Mulino di Amleto, la compagnia nata nel 2009 da un gruppo di giovani attori diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, ha vinto la rassegna Theatrical Mass 2017; l’opera è stata prodotta con Tedacà e in collaborazione con La Corte Ospitale – residenze artistiche 16-17. “Nei secoli si è detto di tutto sul Misantropo, da disadattato sociale ad antieroe novecentesco, da rivoluzionario anticonformista a scemo del villaggio. Eppure, la vicenda di Alceste e del suo sforzo intransigente di andare oltre l’apparenza ci riconnette con il valore umano della comprensione. In questa nuova produzione nata in collaborazione con La Corte Ospitale, Il Mulino di Amleto scatena la sua intensa creatività per svelare tutta la contemporaneità di un grande classico – spiega il regista-. È stato scritto che per fare il Misantropo ci vogliono “una stanza, sei sedie, tre lettere e degli stivali”. Infatti il Misantropo non ha bisogno di forme, semplificazioni o “istruzioni per l’uso” perché la sua essenza è limpida, contemporanea e dolorosa. Il Misantropo siamo noi con la nostra costante difficoltà di incontrare l’altro di cui, però, non possiamo fare a meno. Insomma, il Misantropo è quello che siamo. Il fascino senza tempo di un classico dei classici. Solo contro tutti, l’Alceste di Molière da cinque secoli combatte la sua battaglia contro chiacchericcio e delazione in una partita a scacchi dove uomini e donne indossano maschere di falsità ed ipocrisia: Il Misantropo è senza dubbio commedia fuori dal tempo la cui rappresentazione, oggi, vuol dire confrontarsi con vizi e deformazioni dell’agire e del pensiero umano pronti a ripresentarsi in ogni epoca”.