Noto, al Museo di Santa Chiara, la favola antica di Franco Politano
E’ stata inaugurata (nella foto il momento del taglio del nastro) la mostra di Franco Politano, “Una favola antica” a cura di Ornella Fazzina con il Coordinamento di Vincenzo Medica e Daniela Arionte, al Museo di Santa Chiara sito in Corso Vittorio Emanuele a Noto. La personale è stata inserita nell’ambito della rassegna “Quadrilatero del Contemporaneo – Galleria diffusa nel centro storico di Noto”, promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Noto e patrocinata da Unesco, Val di Noto Capitale della Cultura 2020 eNotArte Artisti Associati. “Franco Politano assembla i suoi materiali primordiali, figli della società contadina, artigiana ( che è quella stampata nella sua mente, come modello di una realtà più vera) in forma di opera d’arte, che non ha più una sfida con la funzionalità da vincere e che s’impone nel concetto caotico della vita, quella più soggettivamente vera, che non necessariamente è quella più oggettiva e materica, che abita nella fenomenicità più disparata e coinvolgente e poi si sedimenta nella memoria, immaginaria e verbale, individuale e collettiva. Definire installazioni, le opere d’arte di Franco Politano, significa darle uno statuto di esistenza in vita, architetturale ed ambientale ed entrare, in una organica possibilità di cogliere il senso profondo dei nuovi codici, che vengono sprigionati dalla visibilità sintetica che assumono e quindi, sono oggettivamente, proiettati in una concettualità che si nutre di una profonda critica sociale, che gli appartiene profondamente, in quanto scaturisce dalla sua biografia, dalla costruzione complessa e drammatica della sua identità, che non è mai trastullante, minuettata, ma sente il morso della società, con tutte le sue aridezze e tutte le sue paradossalità. Tutti i suoi lavori nascono da una naturalezza e da una intuizione, che è data dall’incontro casuale con un oggetto, con una cosa, che in tanti altri non desta nessuna curiosità, mentre in lui mette in moto un meccanismo costruttivo, che porta ad integrarla in un nuova unità, arricchita, potenziata, in cui modulazioni formali e colori minimali, vengono segnati come testimonianza di una loro incidenza effettiva nell’universo dei simboli, di cui è popolata la vita di tutti noi, ossessionata dal consumo, che nessuno chiama più consumismo, dalla voracità nel passare da questo a quello, senza dare valore a nulla. La ricerca di materiali dismessi, ha un profondo significato ideologico, in quanto rappresenta i valori culturali primordiali, che arrivano a noi, in forma di relitti, che hanno perduto la loro funzione, travolti dallo svolgersi della scienza e della tecnica, ma rappresentano “qualcosa” nel nostro immaginario, sia perché rinnovano la memoria, sia perchè appaiono come oggetti celibi, che attendono d’essere coniugati, con una qualche utilità reale o virtuale, acquistando, così, una seconda vita e forse una promessa d’immortalità”. In mostra sette installazioni che accompagnano i fruitori in un percorso, raccontato dall’artista anche attraverso le parole. E oramai consuetudine, infatti, che Franco Politano introduca il visitatore alla lettura dei suoi lavori attraverso un breve racconto che incorpora i titoli stessi delle opere. La mostra è aperta tutti i giorni, con ingresso libero e fino al 7 gennaio 2018, dal lunedì al giovedì dalle ore 16 alle 20 e i venerdì, sabati, domeniche e festivi dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Altre opere dell’artista sono in esposizione allo Studio Barnum di via Silvio Spaventa 4, sempre a Noto.