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Noto, eseguita l’autopsia sul nascituro morto

Sono stati acquisiti elementi utili per comprendere se fosse stato possibile prevenire la morte del feto, avvenuto una settimana fa dopo due distinti ricoveri al pronto soccorso dell’ospedale Trigona di Noto. E’ stata eseguita ieri sera, all’obitorio del nosocomio netino, l’autopsia sul corpicino della creatura, morta nel grembo della madre di diciannove anni. A eseguire l’esame autoptico è stato il medico legale Maria Tea Teodoro, che ha ricevuto espresso incarico da parte del pubblico ministero Magda Guarnaccia, titolare dell’inchiesta. Hanno assistito all’esame, i medici legali di parte, Francesco Coco, incaricato dalla famiglia della vittima, e Giuseppe Bulla, per uno dei due ginecologi iscritti al registro degli indagati per la morte del feto. Gli elementi acquisiti, intrecciati alla documentazione sanitaria e al successivo esame istologico, consentiranno al magistrato di avere un più chiaro quanto esaustivo quadro della vicenda. Il feto, giunto alla trentasettesima settimana, avrebbe cessato di vivere a causa di una sofferenza acuta sopraggiunta durante la gravidanza. L’inchiesta giudiziaria dovrà appurare se questa morte avrebbe potuto essere prevenuta oppure no, atteso che, secondo quanto ricostruito nella prima fase delle indagini, la puerpera sarebbe stata dimessa dall’ospedale, dove era stata ricoverata perché accusava forti dolori all’addome e che a distanza di poche ore è dovuta tornare in ospedale, quando per il nascituro non c’era più nulla da fare.

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