Noto, il Centro Pio La Torre sarà destinato ai giovani
Una giornata dedicata al tema della legalità, alle sue tante sfaccettature ed alle testimonianze più importanti, a partire proprio dal nome scelto per il Centro di aggregazione giovanile di Lido di Noto rimesso a nuovo dopo essere stato confiscato alla mafia. “Pio La Torre”, politico ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982, e che firmò con Rognoni la legge n. 646, che introdusse per la prima volta nel codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali. Non a caso il Prefetto di Siracusa Armando Gradone nel suo intervento all’interno del convegno, organizzato nell’occasione, ha definito questa legge il vero inizio della lotta alla mafia. Dunque ha visto la luce il Centro “Pio La Torre” finanziato con fondi PON FESR Sicurezza per lo Sviluppo Obiettivo Convergenza 2007 – 2013, gestiti dal Ministero dell’Interno. “Esso è destinato a promuovere sul territorio il senso della legalità favorendo attività di socializzazione e di reintegrazione sociale per i giovani e per le categorie deboli – ha spiegato il Primo Cittadino Corrado Bonfanti prima del taglio del nastro (che vediamo nella foto) con la benedizione di Monsignor Giurdanella ed alla prestigiosa presenza, tra gli altri, di Don Luigi Ciotti-. Questa è una giornata storica, non per l’opera pubblica in sè, che ha la sua valenza ed il suo alto scopo nel territorio, ma per ciò che rappresenta, un bene costruito dai mafiosi con soldi sottratti alla comunità illecitamente e che ora torna alla Città non come struttura privata, ma pubblica”. Un filo conduttore dell’intera mattinata questo dei beni confiscati alla mafia ed all’importanza estrema che essi tornino ai territori. La struttura di Lido di Noto, in quel momento ancora incompleta, fu confiscata con decreto n.18/03 emesso dalla Corte di Appello di Catania- Sezione Misure di Prevenzione il 2 maggio del 2006, confermato con successiva sentenza della Corte di Appello e divenuto definitivo il 30 gennaio del 2008, a seguito della pronuncia della Corte di Cassazione.
Con Decreto del 16 novembre 2010 il bene è stato trasferito definitivamente al patrimonio indisponibile del Comune di Noto. Il progetto affidato all’ingegnere Emanuele Carnemolla è stato realizzato in un anno, dalla ditta di Santa Venerina Euro Infrastrutture, con tutti gli adeguamenti di legge e le nuove normative, sotto l’attenta guida del Rup ingegnere Favaccio e del geometra Elio Calabrese. La struttura è stata arricchita di un piano che presenta due ampi locali, la sala multimediale ( già arredata e completa come il resto dei locali) e la zona ristoro con un largo e panoramico terrazzo, mentre al pian terreno si trovano la hall, la sala conferenze, una stanza dedicata alla direzione, un’altra a quanti dovranno operare con progetti dedicati ai giovani, ed una sala musica; tutte le sale sono intitolate a personalità illustri che si sono distinte nella lotta contro la mafia. Stanze luminose ed accoglienti che sono pronte a ricevere adesso i primi progetti, sulla destinazione non è stato fatto cenno quindi si attende ancora di sapere chi e cosa si farà nel neonato Centro. La mattinata è poi proseguita al Teatro “Tina Di Lorenzo” con il Convegno dal titolo “Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: uno strumento per l’esercizio della legalità”. Gli indirizzi di saluto sono stati affidati al Sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, al Prefetto di Siracusa, Armando Gradone e al Vescovo di Noto Antonio Staglianò. Poi sono seguiti gli interventi del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, dott. Antonio Nicastro : “Dobbiamo consegnare alle giovani generazioni un mondo migliore, sottrarre ai criminali le ricchezze accumulate che sono state lo scopo stesso della loro vita”. Di Giuseppe Giuffrida, commercialista, custode e gestore di beni confiscati alla mafia, che ha spiegato, con esempi concreti, l‘iter di confisca, le difficoltà ed i possibili aggiustamenti di una legge che ancora non tiene conto della differenza tra grandi aziende, ad esempio, e micro aziende o la necessità di introdurre figure manageriali che tutelino i lavoratori e la produzione in generale. Interessante anche l’intervento del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano,Roberto Alfonso, netino trapiantato al nord molto felice di questa iniziativa: “Voglio parlare ai giovani della mia città per dire loro che la lotta è fatta da segnali concreti, e quello di oggi è uno di essi. Abbiamo necessità di creare una societa piu libera e civile e possiano farlo solo potendo contare sui giovani al nostro fianco”. A chiudere il momento di approfondimento don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele, come aiuto ai tossicodipendenti e altre varie dipendenze, e dell’Associazione Libera, contro i soprusi della mafia in tutta Italia, e da anni vive sotto scorta. Un intervento particolarmente toccante che ha rapito l’attenzione dei tanti giovani presenti a Teatro, e non solo. “Il nome di Pio La Torre è a me molto caro, la memoria, quindi, non come celebrazione ma come impegno. Questo è l’augurio che faccio. Oggi dobbiamo imparare il linguaggio dei rapporti umani e i nomi che avete scelto per le stanze ci parlano ancora, ci spronano ancora,non possono essere scriti semplicemente sui muri ma devono essere incisi nelle nostre coscenze. Diamo una mano ai nostri ragazzi a cogliere le cose positive ad essere critici; Don Turzo scrisse nel 1900 che la mafia ha i piedi in Sicilia ma la testa a Roma. Sono stato felicissimo di essere oggi qui ed ai ragazzi voglio dire “conoscere” per diventare persone responsabili ed auguro a me e a voi un’etica dell’incontro”. Chiusura e saluti del Primo Cittadino Corrado Bonfanti: “Noi oggi abbiamo voluto fare rumore, ora viene il difficile”.
Emanuela Volcan