Noto, la città e la sua gente nelle foto di Armando Rotoletti
Prosegue con successo la mostra fotografica di Armando Rotoletti nei bassi di Palazzo Ducezio sino al prossimo 4 di settembre, aperta ogni giorno con ingresso libero Lo studio approfondito della città e dei suoi scorci più belli ma anche, e soprattutto, di chi ci vive, ha dato l’opportunità al fotografo di cogliere con il suo obiettivo l’essenza stessa del giardino di pietra dorata. Così appare chiaro nel suo racconto la voglia di andare al di là degli edifici, anche della loro stessa bellezza, per offrire un modo diverso di guardare e percepire ciò che Noto è nel profondo.
Tradizioni, usi, costumi raccontati dagli stessi personaggi che affiorano, ma non invadono, i suoi scatti così pieni di colori e sfumature, oggetti e forme ed ogni cosa ha un suo motivo di esistere nel racconto del Maestro. La stessa disposizione delle foto, in una sede come quella dei bassi di Palazzo Ducezio davvero bella e particolare, nasce da un’accurata ricerca del dettaglio per dare la possibilità al visitatore di esplorare, letteralmente, ogni scatto ed ogni pagina di questo racconto della città. Come si ricorderà, Armando Rotoletti, di questa sua particolare permanenza a Noto, ha realizzato un libro presentato lo scorso anno, quando è stato anche protagonista di un’altra esposizione, in questo caso a Palazzo Rau, di un altro dei suoi prestigiosi lavori: “Barbieri di Sicilia”. Un investigatore di tradizioni e di luoghi, di mestieri dimenticati e di ricchezze antiche Armando Rotoletti, nato a Messina, è cresciuto professionalmente tra Londra e Milano, poi nel 1990, su invito di Grazia Neri, è entrato a far parte della sua agenzia, divenendo fotografo-ritrattista di personaggi della cultura, dello spettacolo e dell’economia. I suoi reportage sono stati pubblicati da molte riviste, tra cui i settimanali «Sette» e «Io donna» del «Corriere della Sera», «Vanity Fair», «The Sunday Times».
Nei suoi scatti tutta la maestria del lavoro svolto per anni in prima linea e la grande sensibilità di un osservatore curioso ed attento. In “Noto, le pietre i volti” quel pizzico di sicilianità di chi in questa terra ci è nato, di chi questa terra la ama incondizionatamente e ce la mostra in tutta la sua bellezza.