Noto, “La luce dell’onestà” per puntare i riflettori su Noto Antica
La mostra di tesori archeologici dai sequestri delle Fiamme Gialle, nata da una fruttuosa collaborazione tra la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Siracusa la Guardia di Finanza di Siracusa consta di oltre 100 oggetti recuperati negli anni ’60, che giacevano nei magazzini della Soprintendenza, come spiegato dalla Soprintendente ai beni culturali di Siracusa Rosalba Panvini: “Insieme al Colonnello Spampinato della guardia di Finanza è stato avviato un progetto itinerante che oggi è importante proporre soprattutto alle scuole, oltre che per il valore scientifico, anche per la ricaduta morale ed didattica che porta con sé. La mostra educa i ragazzi, e non solo, al modo in cui i siti archeologici vanno vissuti e all’importanza del ritrovamento fortuito di un frammento o un bene archeologico per la collettività. Le refurtive, sottratte ai privati e al mercato antiquario recuperano, grazie all’apporto dell’archeologo, il valore storico che le contestualizza nei vari periodi e luoghi di riferimento.
La mostra domani farà tappa nella bellissima Noto aprendo un allestimento presso il Convitto Ragusa”. La mostra resterà aperta al pubblico sino al 12 marzo con i seguenti orari: dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00. “Una nuova occasione per rimarcare la collaborazione in atto tra la Sovrintendenza di Siracusa e il Comune di Noto – afferma il Sindaco Corrado Bonfanti- questa mostra di grande importanza storica ci dà occasione di sottolineare il valore della legalità che questi reperti significano, sottratti dapprima all’improvvisazione del privato e poi al rischio dell’oblio.
Un momento di riflessione per le nuove generazioni sull’importanza di vivere in un territorio così ricco di storia e di passato che abbiamo il dovere di difendere e valorizzare”. Oltre all’ideatrice Rosalba Panvini, la mostra è il frutto del coordinamento scientifico di Andrea Patanè, dell’ordinamento scientifico ed espositivo di Gabriella Ancona, Giuseppina Bruno ed Elena Messina, il restauro è di Giuseppe Bennardo e Giancarlo Betta e la documentazione fotografica di Concetta Carbone, Rosaria Cicero, Daniela Marino e Loredana Saraceno, gli allestimenti sono opera di Giuseppe Floridia e la segreteria di Sebastiana Alota, Patrizia Camelia e Graziella Catania. Subito dopo l’inaugurazione della mostra, verrà sottoscritto l’accordo operativo che riguarda la collaborazione scientifica fra il Comune di Noto, la Soprintendenza di Siracusa, l’Università di Napoli “Federico II” e l’Università di Catania, dipartimento SDS di Siracusa, per la realizzazione di uno scavo-scuola a Noto Antica (Parco Archeologico dell’Alveria), della durata di 5 anni.
Il progetto riveste quindi rilevante importanza perché dai risultati che verranno conseguiti deriverà un notevole ampliamento delle conoscenze sul sito archeologico, finalmente tutto acquisito al demanio comunale grazie all’opera di continua sollecitazione svolta dall’I.S.V.N.A. a partire dal 1974. e quindi tutto in prospettiva ormai fruibile. I compiti di supporto finanziario verranno svolti dal Comune, quelli di consulenza storica e di documentazione archivistica dall’I.S.V.N.A. mentre quelli eminentemente scientifici verranno svolti dalla Soprintendenza e dalle due Università.