Se te lo fossi perso

Noto, la riapertura del Cinema Benso: un sogno possibile

Le giovani generazioni, i nati post anni 80, per andare al cinema sanno di dover cercare fuori dalla città le prime visioni, a differenza dei loro predecessori che invece avevano quasi l’imbarazzo della scelta tra sale cinematografiche ed arene estive. Non è più così e questo è un dato certo, ma la rassegnazione non è caratteristica, evidentemente, di questa Amministrazione che in più di una occasione ha portato avanti, vincendole, sfide all’apparenza impossibili. All’orizzonte eccone una nuova, quella di riaprire al pubblico il Cinema Benso di via Salvatore La Rosa angolo con via Ducezio. Ne ricordiamo brevemente qualche particolare grazie anche ad una approfondita tesi di laurea proposta dalla dottoressa Maria Domenica Calabrò, Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, corso in Storia e conservazione dei beni architettonici ed ambientali, dal titolo “Una architettura liberty nella città barocca: in cinema benso a Noto”. Proprio grazie alle fonti consultate, corredate tra l’altro da una serie di tavole e prospetti che rendono omaggio a questo edificio di pregio, si può evincere che l’apertura del Benso, denominato come chi lo ha ideato Camillo Benso appunto, fu il 16 febbraio del 1916;  tra un mese, dunque, ci sarebbe stato il primo centenario. Il cinema, infatti, fu chiuso negli anni 80 per il mancato adeguamento alle norme di sicurezza, e, sempre dalla suddetta tesi di laurea, si riporta la notizia che nel 2000 l’Amministrazione Comunale avrebbe voluto acquistarlo. Il cinema è di proprietà Angelo Lo Priore, nipote di Camillo Benso, già dichiaratosi disponibile alla vendita dell’immobile. E veniamo al dunque. Con un concorso di idee e collaborazioni tra pubblico e privati cittadini questo sogno di riaprire il cinema Benso ha messo in moto tante persone con il forte desiderio di portarlo a compimento. Alla fine della scorsa estate proprio il Vice Sindaco ed Assessore alla Cultura Cettina Raudino ha incontrato la proprietà per verificarne disponibilità a vendere e prezzo dell’immobile; a fine anno, in sala Giunta, la stessa Raudino ha promosso un incontro dove erano presenti l’architetto Antonio Biccari, esperto nel recupero di teatri ed altri edifici di pregio storico culturale, l’ingegnere Vincenzo De Jean, un imprenditore ed un gruppo di cittadini disponibili a partecipare come soci facendo crowfunding. Insieme si è fatto il punto della situazione per capire come procedere e adesso si conta su un maggiore coinvolgimento di altri cittadini, di associazioni, interessate al recupero ed alla piena fruizione di un edificio privato che può e deve considerarsi, però, anche bene della città, per il suo valore storico, architettonico e per la sua destinazione d’uso. “La richiesta della proprietà è molto alta e considerato anche il recupero dell’immobile si arriva a cifre improponibili – dichiara il Vice Sindaco Raudino-. Da attente perizie, infatti, il valore reale dell’immobile, considerato, soprattutto, lo stato in cui versa è di gran lunga inferiore alla cifra definita dal proprietario. In egual misura siamo attenti anche a tutti quei meccanismi che possano consentirci l’acquisto, il recupero e la fruizione del Cinema Benso”. Luogo, come detto, che per generazioni è stato punto di riferimento e che adesso con questa unione di intenti potrebbe aprirsi ad una nuova vita. “Non solo gli appassionati di cinema come me – dichiara Emanuele Vinci, professionista netino- ma tutta la Città, la proposta culturale per la destagionalizzazione, e prospettive di lavoro, ne beneficerebbero”. Dettagliata e precisa l’analisi, in funzione del reperimento di finanziamenti, quella proposta dall’architetto Biccari: “Da anni mi occupo di teatri e delle loro ristrutturazioni e grazie a finanziamenti a fondo perduto ne ho riaperti parecchi. Oggi è possibile con il Credito Sportivo che ha inglobato i finanziamenti per la cultura e con il quale si può dialogare sulla base del valore storico e culturale del Cinema Benso, che è indiscutibile. Abbiamo già verificato le potenzialità di questo edificio, 100 posti a sedere, tetto apribile per diventare cinema all’aperto ma anche fruizione per troupe cinematografiche che abbiamo esigenze di riprese particolari, norme di accessibilità e sicurezza rispettate, spazi museali. In un anno, a regime, il cinema potrebbe fruttare 200 mila euro”. Ma c’è un altro aspetto importante evidenziato dall’ingegnere De Jean. “Non si può perdere altro tempo, l’edificio è in una situazione di stabilità precaria; ogni mese che passa non solo aumenta l’importo per il suo recupero ma soprattutto rischiamo davvero di perdere definitivamente quello che è rimasto. Il momento storico in cui ci troviamo dove si risveglia il desiderio di riaprirlo, di far riappropriare Noto di questo bene, di avere un imprenditore sensibile ad un tale investimento, che non è da poco, deve essere colto al volo. Ed io spero sia così”. Prossimo step sarà un nuovo incontro con la proprietà con la speranza che anche dal loro punto di vista possa esserci un reale interesse a vendere con il duplice scopo, incassare denaro e permettere che torni ad essere vissuto. Per un vero omaggio al loro antenato, Camillo Benso, che lo ha edificato affinchè fosse un cinematografo e non un rudere pericolante.
Risulta, in questo momento, di particolare importanza raccogliere l’interesse di un congruo numero di cittadini che possa dare al progetto una forma interessante : pubblico, privato, terzo settore e società civile che diventano insieme protagonisti di una riqualificazione e di una restituzione alla città del suo cinema.
Emanuela Volcan

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