Noto, “Madri in Sicily” di Cetty Amenta presentato in sala Gagliardi
Non una semplice presentazione di un libro ma un vero e proprio pomeriggio culturale con interventi interessanti, lettura di alcuni passi del romanzo, musica ed un dibattito che ha esaltato la capacità dell’autrice di incuriosire una sala Gagliardi piena in ogni ordine di posto. Sabato sera, grazie all’organizzazione della Fidapa di Noto, ha visto la luce l’ultima fatica letteraria di Cetty Amenta, scrittrice, insegnante, giornalista; donna poliedrica come poche, innamorata della propria città, Noto, che narra anche attraverso le “Madri in Sicily”. Titolo del terzo libro della Amenta che il pubblico ha iniziato a conoscere grazie ai singoli interventi di Maria Teresa Scrofani, di Marika Cirone Di Marco e di Cettina Raudino. “Cetty mi fa pensare al primo Sciascia attraverso le figure femminili ma con un garbo anche nel trattare l’universo maschile, sebbene con tanto disincanto”, ha detto la Di Marco, mentre la Raudino, grazie anche al rapporto di conoscenza con l’autrice scende più nei particolari, trova gli stretti collegamenti tra la storia scritta e la vita vissuta. “Cetty Amenta per la nostra città è stata una pioniera in tante cose, ha rotto il ghiaccio ed aperto la strada a tante donne. “Madri in Sicily” ci parla delle “grandi madri” quelle che non solo danno la vita ma che generano autentici processi”.
Ma per entrare proprio in contatto con il romanzo efficace è stata la lettura di alcuni tra i passi più importanti a cura di Giovanna Sfiligoi, Giusy Fortuna, Mara Nastasi e Isabella Bonfanti, inframezzata da alcuni brevi stacchi musicali grazie al pianista Davide Saetta. Momento finale poi tutto per la scrittrice, Cetty Amenta: “Sono emozionata e felice di avervi tutti qui e vi ringrazio; un pensiero particolare per le amiche che sono intervenute: Marika Cirone Di Marco, con lei ho condiviso moltissime battaglie politiche, Cettina Raudino, in lei ho sempre visto l’altra me stessa, io giovane, Maria Teresa Scrofani, Presidente della Fidapa e che dunque racchiude in se tutte le mie amiche fidapine. Con loro voglio ricordare l’autrice della copertina, Licia, che ha saputo condensare in un’immagine i tratti fondamentali del mio romanzo, e l’editore Giuseppe Lissandrello della Melino Nerella Edizioni, e i miei studenti”.
E come recita il manifesto la domanda è: “Possono ancora i “cunti ” della tradizione orale delle nonne aiutare degli adolescenti in crisi? Questo romanzo dal profumo buono e delicato ci svelerà delle antiche verità ancora sopite”.
Emanuela Volcan