Noto, non fu estorsione: assolto Waldker Albergo e figli
Il Tribunale penale di Siracusa ha assolto con formula piena nei confronti di Waldker Albergo e dei suoi figli Concetta, Salvatore e Corrado, dall’accusa di estorsione perché il fatto non sussiste, relativamente all’acquisizione del chiosco di piazza della cattedrale a Noto. Il presunto esponente del clan Trigila è stato, però, condannato per il reato di associazione di stampo mafioso e a titolo di continuazione con la sentenza della Corte d’Appello di Catania, i giudici gli hanno inflitto ulteriori due anni di reclusione. Lo stesso Waldker Albergo è stato anche condannato per fittizia acquisizione delle quote del bar “Pinguino” a sei mesi e diciotto giorni di reclusione oltre a una multa di 200 euro. Per questo reato ha subito una condanna anche la figlia, Concetta Albergo, alla pena di sei mesi di reclusione, con la concessione della sospensione condizionale della pena. Sempre Waldker Albergo è stato, inoltre, condannato alla libertà vigilata per la durata di un anno, mentre il Tribunale ha ritenuto cessata la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Il Tribunale ha assolto con formula ampiamente liberatoria Corrado Albergo, figlio di Waldker, e Rosario Montesano dalle accuse d’incendio doloso e danneggiamento aggravato dell’auto di proprietà dell’ex titolare del chiosco di piazza della Cattedrale.
I giudici hanno disposto il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto delle quote dello stesso chiosco e delle quote del Bar “Pinguino”, sito sul Corso Vittorio Emanuele sempre a Noto.
La vicenda trae origine dalle indagini eseguite dai poliziotti del commissariato di pubblica sicurezza di Noto, che, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catania, avevano ipotizzato il reato di estorsione ai danni dell’ex titolare del chiosco per la vendita di bevande, costretto con minacce a cedere l’attività commerciale. In sede dibattimentale, però, quest’accusa è venuta meno anche per le dichiarazioni della stessa presunta vittima, che ha dichiarato di non avere subito alcun tipo d’intimidazione né di essere stato coartato dall’esponente del clan Trigila di Noto.