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Noto, palazzo Trigona ospita la mostra d’arte “Mostratì”

Dal 1 al 30 settembre 2016 la prestigiosa sede di Palazzo Trigona di Noto, ospiterà “Mostratì”, la mostra d’arte contemporanea a cura di Marla Lombardo, patrocinata dal Comune di Noto, promossa dall’Associazione Turistica ProNoto ed organizzata dall’Infinity Agency.

L’evento è stato già inserito nel programma online e cartaceo della manifestazione “Effetto Noto” organizzata annualmente dal Comune di Noto e giunta alla sua VI edizione. Gli artisti invitati ad esporre sono Garjan Atwood, Turi Calafato, Andrea Chisesi, Monia Merlo, Giuseppe Piccione, Corrado Roccaro.

Mostratì presenta una serie di opere ispirate al concetto di “Ritratto”, in cui il comune denominatore attinge dall’immaginario collettivo per farsi portatore di segni, codici e valori.

I lavori proposti per Mostratì sono tutti inediti e manifestano chiaramente l’intenzione degli artisti di confrontarsi col proprio vissuto, in un dialogo fatto di rimandi continui alla propria dimensione artistica, secondo un proprio linguaggio estetico-espressivo e contaminazioni socio-culturali.

Mostratì è quindi un’indagine culturale sul ritratto, sulla rappresentazione visuale del sé e dell’altro, sulla filosofia del soggetto.

Al centro di questo esame la reciprocità dello sguardo fra soggetto e spettatore. La tesi, centrale nello studio e nella critica dell’arte, parte dalla constatazione base che la produzione di ogni opera, nel presupporre l’esistenza di uno spettatore (da cui il titolo della mostra “Mostratì” n.d.r.) trovi la propria giustificazione intrinseca. Nel caso del ritratto, la complessità relazionale aumenta esponenzialmente fino a comprendere, oltre al rapporto spettatore-opera, la relazione tra artista e modello.

Il ritratto ha uno statuto ontologico: non un genere come gli altri, ma un riferimento essenziale e concreto per misurare l’esercizio della rappresentazione. Nel ritratto individuiamo un medium in grado di interpretare la complessità propria della realtà. L’atto dell’osservare e le aspettative di produrre una fedele immagine del soggetto hanno conferito al ritratto il potere di manifestare il nodo inesauribile tra identità soggettiva e immagine pubblica.

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