Noto, “I promessi sposi” di Buccirosso strappano applausi e risate
Deve essersi molto divertito Carlo Buccirosso, attore, regista e autore, quando ha avuto l’idea di riprendere in mano il romanzo di Alessandro Manzoni per riscriverlo sotto forma di musical, con brani di tutti i tempi e di tutte le tradizioni da “Quel mazzolin di fiori” a “Bad”, dove lo stesso Buccirosso s’è reinventato ballerino provetto, stile Michael Jackson. La storia di Lucia Mondella, un po svanita e non proprio dispiaciuta delle attenzioni di Don Rodrigo, e Renzo Tramaglino, anche lui non esattamente amante focoso e determinato, è stata rappresentata ieri sera al Teatro “Tina Di Lorenzo”, dove, dopo la pausa delle festività natalizie è ripresa la stagione classica con questa opera firmata dalla pungente penna di Carlo Buccirosso. Lui stesso interpreta quest’inedito Don Rodrigo “camorrista disoccupato di Secondigliano” come lo definisce la simpatica perpetua di Don Abbondio (personaggio buffo e “bilingue” all’occorrenza, napoletana e veneta) che trasferitosi al nord con i suoi “bravi” esercita l’usura. Proprio con i “prestiti” riesce a tenere in pugno il Curato e la stessa mamma di Lucia, Agnese, che, però, nel secondo atto saprà farsi “valere”.
“Il divorzio dei compromessi sposi” diventa così una storia a tutti nota ma che in questa rivisitazione ha una profonda rilettura satiro-farsesca che si fonda sull’esasperazione delle caratteristiche dei singoli personaggi, anche quelli apparentemente minori, sulla musicalità dei tanti dialetti italiani e sulla bravura dei cantanti-ballerini (davvero strepitosi, n.d.r.). L’idea vincente di Carlo Buccirosso e l’ottima produzione dell’Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro hanno così proposto uno spettacolo a tutto tondo dove recitazione, canto e danza catturano lo spettatore non senza approfondire i temi del sopruso e dell’arroganza, condannabili e condannati.
Tra i momenti più esilaranti senz’altro il dialogo tra Don Rodrigo e l’Innominato, ma tutta l’opera è un continuo esercizio di ironia, doppi sensi, e battute, come: “e adesso c’è un nuovo comandamento: non sposare la donna desiderata d’altri”, e “la camorra non è un reato, bensì una nuova occupazione non ancora riconosciuta dallo Stato”. Il pubblico ha risposto spesso con applausi e risate a scena aperta ed alla fine ha salutato in piedi la performance di questo gruppo di attori capeggiato egregiamente da Carlo Buccirosso: Gino Monteleone, Veronica Mazza, Antonio Pennarella, Peppe Miale, Monica Assante Di Tatisso, Claudia Federica Petrella, Giordano Bassetti, Giuseppe Ansaldi, ensemble Elvira Zingone, Alessandra Calamassi, Alessia Di Maio, Sergio Cunto, Mauro De Palma e Giancarlo Grosso. Da evidenziare la bellezza e la cura dei costumi, firmata da Maria Pennacchio, ed ancora musiche di Diego Perris, luci di Francesco Adinolfi, coreografie di Gilda Cerullo, direzione musicale di Gabriella De Carlo, aiuto regia Martina Parisi e foto di Gilda Valenza. Adesso per il prossimo spettacolo occorrerà attendere il mese di febbraio, sabato 11 a salire sul palco sarà l’amatissimo Enrico Guarneri con “I Malavoglia” di Giovanni Verga, per la regia di Guglielmo Ferro. L’intramontabile storia della famiglia Toscano di Acitrezza riproposta attraverso gli eventi più significativi vissuti.