Noto, promossa dall’AVCN l’esercitazione di protezione civile post sisma
Le cronache degli ultimi mesi ed in particolare degli eventi sismici del Centro Italia ci
impongono una riflessione seria non solo sulle condizioni degli edifici in cui viviamo,
lavoriamo e si va scuola, ma anche su come soccorsi ed interventi agirebbero in caso di
necessità. Hanno cercato di dare delle risposte alla seconda osservazione quelle
Associazioni cittadine di volontariato che per loro stessa natura si occupano anche di
protezione civile. Nel caso specifico parliamo dell’AVCN Associazione di volontari Città di
Noto che normalmente svolge attività di aggiornamento, formazione ed esercitazione, ma
che in questo caso ha avvertito forte la necessità di organizzare una due giorni insieme con
le altre realtà del territorio per verificare competenze, capacità di intervento e soprattutto di
coordinamento. Sono stati invitati tutti i gruppi comunali ed a rispondere “presente”, e
dunque a svolgere queste attività nello scorso fine settimana insieme con le squadre
U.S.A.R. (Urban Search and Rescue) dell’Avcn,
sono stati la “Divina Misericordia”, che nello specifico si occupa di assistenza medica con i
propri volontari e con i mezzi a disposizione, la “A.E.Z.A – guardia nazionale”, Associazione
Ecologica e Zoofila Ambientale che si occupa di viabilità e controllo del perimetro, e il “Club
4×4 Val di Noto” che insieme con il Nucleo Enduristi dell’Avcn sono gli avamposto degli
interventi sui luoghi di un terremoto per la possibilità dei loro mezzi di superare gli ostacoli
più impervii.
I luoghi scelti per l’esercitazione sono stati i siti poco distanti l’abitato di San Corrado di Fuori
con campo base, dove sono state allestite le tende ministeriali, presso il ponte di Santa
Chiara dove abitualmente l’Avcn svolge le esercitazioni e la formazione per i propri volontari.
Nell’occasione, grazie anche alla presenza tra i volontari di professionisti come la geologa
Simona Caruso, si è avuta l’opportunità di apprendere delle importanti nozioni sui terremoti,
sugli effetti e le caratteristiche riguardanti fenomeni tellurici legati principalmente proprio al
nostro territorio. Nello specifico infatti si è portato ad esempio, e quindi si è ricostruita una
situazione legata ad un sisma realmente avvenuto, il terremoto del gennaio 1727 che
interessò un’area di circa 10 km con un’intensità macrosismica di 7/8 grado, dunque molto
forte, cbe provocò ragguardevoli lesioni nell’interno delle abitazioni, con caduta di
suppellettili, fece rintoccare le campane di dimensioni maggiori, corsi d’acqua, stagni e laghi
si agitarono di onde e s’intorbidirono a causa della melma smossa, scivolarono via parti delle
sponde di sabbia e ghiaia, nei pozzi il livello dell’acqua variò, danni modesti si registrarono a
numerosi edifici se solidamente costruiti mentre nelle costruzioni a traliccio, risultarono
ancora più gravi i danni ai rivestimenti, e in alcuni casi si ebbe il crollo delle case mal
costruite. In questo scenario e dunque con quel che i soccorritori potevano trovarsi davanti si
è sviluppata tutta l’attività di soccorso nelle giornate del 5 e 6 novembre. Allestire il campo
con le tende è stata la prima parte dell’esercitazione di sabato pomeriggio, proseguita poi
con la simulazione di una richiesta di intervento in contrada Lenzavacche e la mattina dopo
in contrada Porcari, e nel ponte di Santa Chiara. Sia con la luce artificiale, dunque, che con
la luce naturale ci si è esercitati in vari tipi di intervento, plausibili dopo una scossa di
terremoto, ovvero ricerca sotto le macerie, caduta da altezze importanti, e spegnimento di
incendi e in tutto questo si è verificato intanto il coordinamento tra chi raggiunge i posti e
verifica le situazioni per permettere gli interventi adeguati alla situazione, dunque i fuoristradisti e l’Aeza per quanto concerne la sicurezza lunghe le arterie, successivamente
l’arrivo e l’azione di chi materialmente pone in essere le ricerche, l’unità di soccorso Usar, e
dei medici per il primo soccorso e il trasporto in strutture ospedaliere, con ambulanza. Il tutto
usando esclusivamente, e dunque anche in questo caso è stata verificata la funzionalità
della strumentazione in uso, le radio ricetrasmittenti. Alla fine della due giorni, per la quale i
promotori avevano avvisato ed avuto l’ok dalle autorità locali, uffici di protezione civile
comunali, carabinieri e polizia, soddisfatti tutti perché innanzitutto si è consolidato oltremodo
il rapporto di dialogo e collaborazione tra le varie associazioni il cui scopo è l’assistenza,
l’aiuto e il supporto alla comunità e poi perché dopo alcune riunioni propedeutiche tutto si è
svolto nella maniera migliore e adesso si è pronti per poter effettuare un’esercitazione anche
in pieno centro cittadino.
Emanuela Volcan
Foto di Pier Raffaele Platania