Se te lo fossi perso

Noto, Rebreathers di ultima generazione per la prima volta presentati in Sicilia

Il Museo del Mare di Calabernardo si pone non come mero sito espositivo ma come luogo privilegiato di studi e di approfondimento per le novità che riguardano il ricchissimo e prezioso ambiente marino sotto più punti di vista. Dalla sua apertura il Direttore Edoardo Bruni ha organizzato diversi momenti che hanno aggiunto un valore indiscusso al Museo, e con l’iniziativa di oggi è riuscito davvero a portare a Noto, e per la prima volta in tutta la Sicilia, le ultimissime novità in tema di immersioni.

È stato presentato il Rebreathers, nel corso di un convegno che ha visto la partecipazione in primis del Sindaco, Corrado Bonfanti, che ha sempre creduto prima nel recupero di una struttura lasciata all’abbandono, e poi nel creare al suo interno proprio il Museo del Mare di Noto. Nei saluti iniziali sia da parte del Primo Cittadino che del Direttore del Museo Edoardo Bruni si è proprio ricordato come questo sito museale fortemente voluto e creato con quelle caratteristiche legate, in particolar modo, alle specificità del territorio (ricchezze indiscusse naturalistiche ed archeologiche) sia diventato già un’importante attrattiva ed un valore aggiunto all’offerta cuturale della Città.

Gli interventi del convegno sono stati aperti dalla relazione del Tenente di Vascello Marco Presti, Comandante del Nucleo SDAI di Augusta, che ha magistralmente esposto un excursus storico degli apparati tecnologici per le immersioni, molto importanti in ambito militare. Subito dopo il biologo marino Francesco Tiralongo ha esaltato il grande aiuto che queste macchine danno alla ricerca, e, rivolgendosi alla platea particolarmente numerosa e attenta stamane, ha invitato a prestare molta attenzione nelle immersioni ricreative, a partecipare a programmi di “scienza del cittadino”, ed a tenersi aggiornati tramite esperti ed enti di divulgazione. In ultimo si è giunti al clou della mattjnata con la relazione di Maurizio Bertini uno dei Responsabili per l’Italia della Psai (Professional Scuba Association International) agenzia didattica tecnica riconosciuta a livello mondiale. Poter usufruire di mezzi per le immersioni che permettessero non solo profondità importanti ma anche una maggiore sicurezza è stato sempre tra gli obiettivi di chi ha pensato, poi creato e perfezionato questi sistemi a circuito chiuso. Le attuali scoperte permettono davvero immersioni impensabili solo qualche anno fa, oltre i 100 metri, grazie anche ai nuovi assorbenti ovvero ciò che trasforma l’anidride carbonica prodotta, in nuovo ossigeno.

Resta, però  il delicato nocciolo dell’addestramento in quanto l’evoluzione delle macchine è alta, non altrettanto quella della preparazione di chi queste macchine vuole usarle. Macchine che costano ancora dai 7 ai 12 mila euro, che vanno controllate almeno una volta l’anno, ma che davvero offrono vantaggi enormi proprio nell’ambito delle immersioni ricreative e scientifiche, come quelle archeologiche. Al termine della relazione, intervallata dalle tante domande formulate dai presenti, è stato mostrato un video, relativo ad un sopralluogo con Rebreathers in un sommergibile del secondo conflitto mondiale, rimasto sul fondo del mare.

Emanuela Volcan

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