Noto ricorda Giacomo Nicolaci tra feudalesimo e illuminismo
Le autorità cittadine, e gli studiosi un coro unanime ieri sera per ricordare ed esaltare la figura di Giacomo Nicolaci (1711 – 1760) un uomo con comprovate difficoltà fisiche ma dall’ingegno audace e dalla mente fine a cui, non a caso, è stato dedicato il convegno dal titolo “Una vita tra feudalesimo ed illuminismo”. Il momento è stato pensato e creato ad hoc per inaugurare la lapide sepolcrale proprio di Giacomo Nicolaci, che ritrovata negli anni 50 presso il complesso dei Cappuccini, e per motivazioni rimaste ignote, fu portata a Belludia, e custodita in una chiesetta. Da ieri sera è installata nell’androne di Palazzo Nicolaci, palazzo costruito proprio dall’ingegno di Giacomo Nicolaci che è, dunque, se volete tornato a casa. Proprio il Sindaco Corrado Bonfanti ha aperto la serata dedicata a Giacomo e a tutta la famiglia Nicolaci, alla sua storia, all’importanza della valorizzazione dei Beni artistici, che deve avere come finalità la fruizione degli stessi. Successivamente hanno preso la parola l’Assessore alla Cultura Cettina Raudino, l’Associazione Bianco Pietra, con il suo Presidente ed il restauratore della lapide, con una dettagliata relazione sull’opera, l’architetto Spataro della Soprintendenza, l’architetto Di Dio, dell’Ufficio Comunale Unesco, con le linee guida del progetto di installazione (uso di materiali compatibili, soluzioni tecniche reversibili, testi in italiano e in inglese e predisposte per il braille), per giungere all’appassionata relazione della dottoressa Eleonora Nicolaci che ha tratteggiato sapientemente non solo la vicenda della lapide, e per la quale ha ringraziato il discendente diretto del Principe di Villadorata, Ottavio Scribano, per la donazione, e per aver permesso tutto ciò. Nel suo intervento la storia, con diverse testimonianze ritrovate grazie ad una meticolosa e scientifica ricerca tra le “cose di famiglia”, che ha portato alla luce aspetti della vita di Giacomo Nicolaci legati anche alla presenza a Noto dell’Accademia dei Trasformati, o alla sua filantropia ma soprattutto al grande ingegno ed alla passione per le
scienze. Aspetti questi ripresi dal relatore del convegno il professore Michele Luminati che ha avuto modo di affermare, tra l’altro: “Giacomo Nicolaci era una figura perfettamente inserita nell’epoca ma portatore, nel contempo, di idee nuove”. Al termine del Convegno, il Salone delle Feste era pieno in ogni ordine di posto, si è proceduto con l’inaugurazione della lapide festeggiata dall’applaudita performance musicale del soprano Corrada Fugà e del violinista Gabriele Bosco.