Noto, in scena l’intenso “Alessandrina, o i due tempi dell’amore”
Si segue tutto d’un fiato il dramma in un atto di Giuseppe Drago “Alessandrina o i due tempi dell’amore” che con l’espediente del dialogo tra lo stesso personaggio, in due diversi momenti della sua stessa vita, (magistralmente interpretate da Gisella Calì e Barbara Cracchiolo), tiene incollato lo spettatore sulla poltrona sino all’ultimo anelito di vita. La storia è quella dell’irrequieta, ribelle ed anticonformista Alessandra di Rudinì, nobildonna vissuta alla fine dell’ottocento, andata in sposa al marchese Carlotti di Garda, che muore in giovane età lasciandola con due figli. Ma la vera svolta alla sua vita fu l’incontro con Gabriele D’Annunzio di cui si innamora perdutamente e per il quale lascia i suoi figli. Un amore appassionato ma destinato bruciare lasciando dietro di se solo cenere, da cui Alessandra prova a rinascere diventando una suora carmelitana. L’dato unico di Drago si concentra proprio su Alessandrina e Suor Maria, le due facce della stessa donna, le due fasi di una stessa vita con un unico fil rouge: l’amore.
Chiusa nella sua cella del monastero del Reposoir, cosciente ormai che le restano le ultime ore della sua vita sulla terra, ripercorre il suo turbinoso passato evocando se stessa con due uniche altre apparizioni una suora dedita alla sua assistenza (interpretata da Iridiana Petrone) e proprio l’oggetto della disperazione Gabriele D’Annunzio (Aurelio Rapisarda). Lo spettacolo, prodotto da Giuseppe Spina, con la regia di Sebastiano Cimino e le scenografie di Carmelo Miano, ha riscontrato un grande entusiasmo da parte del pubblico del “Tina Di Lorenzo” che ha applaudito lungamente gli attori a fine performance.
Emanuela Volcan