Noto, si torna a parlare del Giardino Occhipinti
In occasione della Giornata Internazionale del Fascino delle Piante
La Bellezza e l’Intelligenza del Mondo Vegetale svoltasi a Noto lo scorso 27 maggio al CUMO (Consorzio Universitario Mediterraneo Orientale), l’obiettivo principale era quello di portare a conoscenza del pubblico il Giardino Occhipinti, un luogo ricco di natura e storia, attiguo al Palazzo Giavanti, sede dell’Università.
È stato così possibile, nell’arco dell’intera giornata, dedicata al mattino agli studenti di vario ordine e grado, e nel pomeriggio alle relazioni di ospiti particolarmente illustri, approfondire in particolar modo le peculiarità dell’Orto. Polmone verde cittadino che proprio in occasione del 27 maggio ha ricevuto una profonda azione di pulizia, che ha permesso interessanti scoperte annunciate in apertura dei lavori dal Presidente del CdA del Cumo, Antonello Capodicasa (nella foto insieme con il Sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, il Vice Presidente del CdA del Cumo Corrado Spataro, e con uno dei relatori Giuseppe Li Rosi). Nel Giardino Occhipinti, è stato ritrovato un ipogeo utilizzato probabilmente come luogo di culto (oratorio rupestre?), che secondo l’archeologa Laura Falesi potrebbe risalire al periodo bizantino; testimonianze storiche ma anche preziosissime specie botaniche. Per questo si registrò subito da parte del Sindaco Bonfanti, e dell’assessore Cettina Raudino, la volontà di fare divenire l’Orto Occhipinti un luogo vivo, dedicato alla natura e alla cultura per la Città di Noto, alla cui proprietà è finalmente ritornato dopo varie vicissitudini. Questo ha stimolato l’interesse e la partecipazione di un gruppo di persone “Gli appassionati del Giardino Occhipinti” che hanno stilato un manifesto, una dichiarazione d’intenti per il prossimo futuro di questo sito, perchè l’obiettivo è di farlo divenire un luogo vivo, fruito da cittadini di ogni età. Ne scopriamo alcuni punti: occorre rimettere in sicurezza gli accessi e i passaggi tra i diversi livelli del terreno, per cui ci proponiamo di coordinare il lavoro di squadre specializzate; perché il Giardino Occhipinti diventi un luogo rigoglioso è necessario che la sua vegetazione, arborea e cespugliosa, sia curata da persone capaci e di esperienza. Il giardino necessita di cure estensive per scongiurare gli incendi in estate e per assicurare la fertilità durante tutto l’anno. Le specie più invasive devono essere tenute sotto controllo per lasciare il dovuto spazio a quelle più delicate o rare. Per questo motivo è necessario che l’Orto Occhipinti trovi presto un giardiniere appassionato del suo mestiere e sedotto dal luogo e dalla missione che gli viene affidata; il giardiniere dovrà essere aiutato, soprattutto nelle prime fasi, dal parere di esperti botanici che sappiano censire le specie oggi presenti, soppesandone l’importanza storica e botanica. Sembrerebbe infatti che esso custodisca alcune specie di agrumi probabilmente risalenti all’epoca della sua fondazione. Pertanto si conta sulle competenze della dottoressa Luigia Iuliano, direttrice del Centro Sperimentale e Dimostrativo dell’ARSSA Regione Calabria di Lamezia Terme, la quale, essendo esperta in fatto di specie antiche di agrumi e lavorando alla loro catalogazione e propagazione, potrà aiutare ad approfondire la conoscenza del giardino e a salvaguardarne il patrimonio botanico. Il manifesto prosegue con i ritrovamenti storici e ciò che si intende fare: c’è intenzione di indagare su questo sito archeologico chiedendo l’intervento della Soprintendenza di Siracusa, già messa a conoscenza del rinvenimento, al contempo intendiamo approfondire le ricerche sulle memorie dei rivoluzionari antiborbonici che a Noto si riunivano nel Giardino Occhipinti durante i moti del 1848. Ma nel giardino esistono anche altri ambienti ipogei (forse i sotterranei del settecentesco convento di Santa Maria del Gesù), che si intende esplorare con l’aiuto di speleologi, per valutarne l’interesse storico. “Un frammento di campagna in un ambiente urbano così centrale come quello del Giardino Occhipinti – si spiega nel manifesto- offre la possibilità di istituire un luogo di riscoperta e trasmissione della cultura materiale rurale del nostro territorio, nonché delle scienze agrarie e ambientali. Sul modello degli Orti Urbani sorti negli ultimi anni in molte città europee, vogliamo creare a Noto un luogo dove i bambini e gli adolescenti, con i loro insegnanti, trovino lo spazio adeguato per apprendere dalla natura, per sperimentare e mettere alla prova l’inventiva e il talento, uno spazio dove la conoscenza non appartiene più a nessuna categoria, ma solo alla persona che la possiede e a quelle che hanno la giusta curiosità per imparare. Inoltre, per gli studenti degli istituti secondari superiori, potrebbe essere l’opportunità di usufruire del metodo didattico dell’alternanza scuola-lavoro. L’Orto Urbano Occhipinti sarà aperto anche alle famiglie e agli anziani, che avranno modo di tramandare un sapere empirico altrimenti destinato a rimanere nel passato. Ci impegneremo attivamente per conservare la memoria materiale e gestuale legata alla cultura iblea dei contadini e degli artigiani, cercando sinergie con organizzazioni che hanno le stesse finalità e le perseguono in altri territori. La vicinanza del CUMO, il cui attuale Consiglio di Amministrazione fortemente intenzionato a respingere ogni progetto di cementificazione nel Giardino Occhipinti, e invece profondamente motivato a far tornare la natura protagonista di quel luogo, crea il contesto perfetto per l’organizzazione di workshop aperti a tutti. I temi saranno i più diversi: botanici, ambientali, paesaggistici e artistici, dai principi e le tecniche della permacoltura alla raccolta e conservazione di piante spontanee e coltivate; dalla fotografia al disegno e alla pittura di paesaggio. Il CUMO è anche il luogo adatto a ospitare incontri e dibattiti, talvolta aperti a tutti, altre volte dedicati a un pubblico di specialisti che potranno attivare azioni di ricerca e di studio. Traendo vantaggio dalla vocazione del CUMO di formare educatori e selezionando i migliori partner per ciascun progetto, il Giardino Occhipinti e l’edificio annesso potrebbero diventare la sede di corsi di formazione indirizzati specificamente a fornire le competenze necessarie a coloro che negli ultimi anni hanno accolto nelle proprie aziende agricole degli spazi per la didattica (fattorie didattiche), ma che non hanno alle spalle degli studi pedagogici o da educatori; o anche per coloro che hanno compreso il valore curativo del contatto con la natura (ecotherapy) e con gli animali (pet therapy) e si affacciano adesso alla professione di terapista. Vorremmo che la cura dell’Orto Occhipinti innescasse una partecipazione motivata dei cittadini, delle istituzioni e degli studiosi alla tutela dei beni comuni della città, con periodici incontri e rendiconti pubblici. Sarebbe un primo esempio di relazioni, collaborazioni e responsabilità simmetriche in un contesto vivo e dinamico, seppur limitato – e conclude -. Siamo determinati a fare del Giardino Occhipinti un luogo vivo, dove la diversità naturale e umana si incontrino e prosperino per migliorare la nostra civiltà. Siamo pronti ad affrontare tutte le difficoltà che ne derivano e vogliamo rimboccarci le maniche e metterci subito al lavoro. Chiediamo che l’Amministrazione Comunale, le scuole e le istituzioni pubbliche ci sorreggano, ci aiutino, collaborino con noi dichiarando la propria volontà”.
È stato così possibile, nell’arco dell’intera giornata, dedicata al mattino agli studenti di vario ordine e grado, e nel pomeriggio alle relazioni di ospiti particolarmente illustri, approfondire in particolar modo le peculiarità dell’Orto. Polmone verde cittadino che proprio in occasione del 27 maggio ha ricevuto una profonda azione di pulizia, che ha permesso interessanti scoperte annunciate in apertura dei lavori dal Presidente del CdA del Cumo, Antonello Capodicasa (nella foto insieme con il Sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, il Vice Presidente del CdA del Cumo Corrado Spataro, e con uno dei relatori Giuseppe Li Rosi). Nel Giardino Occhipinti, è stato ritrovato un ipogeo utilizzato probabilmente come luogo di culto (oratorio rupestre?), che secondo l’archeologa Laura Falesi potrebbe risalire al periodo bizantino; testimonianze storiche ma anche preziosissime specie botaniche. Per questo si registrò subito da parte del Sindaco Bonfanti, e dell’assessore Cettina Raudino, la volontà di fare divenire l’Orto Occhipinti un luogo vivo, dedicato alla natura e alla cultura per la Città di Noto, alla cui proprietà è finalmente ritornato dopo varie vicissitudini. Questo ha stimolato l’interesse e la partecipazione di un gruppo di persone “Gli appassionati del Giardino Occhipinti” che hanno stilato un manifesto, una dichiarazione d’intenti per il prossimo futuro di questo sito, perchè l’obiettivo è di farlo divenire un luogo vivo, fruito da cittadini di ogni età. Ne scopriamo alcuni punti: occorre rimettere in sicurezza gli accessi e i passaggi tra i diversi livelli del terreno, per cui ci proponiamo di coordinare il lavoro di squadre specializzate; perché il Giardino Occhipinti diventi un luogo rigoglioso è necessario che la sua vegetazione, arborea e cespugliosa, sia curata da persone capaci e di esperienza. Il giardino necessita di cure estensive per scongiurare gli incendi in estate e per assicurare la fertilità durante tutto l’anno. Le specie più invasive devono essere tenute sotto controllo per lasciare il dovuto spazio a quelle più delicate o rare. Per questo motivo è necessario che l’Orto Occhipinti trovi presto un giardiniere appassionato del suo mestiere e sedotto dal luogo e dalla missione che gli viene affidata; il giardiniere dovrà essere aiutato, soprattutto nelle prime fasi, dal parere di esperti botanici che sappiano censire le specie oggi presenti, soppesandone l’importanza storica e botanica. Sembrerebbe infatti che esso custodisca alcune specie di agrumi probabilmente risalenti all’epoca della sua fondazione. Pertanto si conta sulle competenze della dottoressa Luigia Iuliano, direttrice del Centro Sperimentale e Dimostrativo dell’ARSSA Regione Calabria di Lamezia Terme, la quale, essendo esperta in fatto di specie antiche di agrumi e lavorando alla loro catalogazione e propagazione, potrà aiutare ad approfondire la conoscenza del giardino e a salvaguardarne il patrimonio botanico. Il manifesto prosegue con i ritrovamenti storici e ciò che si intende fare: c’è intenzione di indagare su questo sito archeologico chiedendo l’intervento della Soprintendenza di Siracusa, già messa a conoscenza del rinvenimento, al contempo intendiamo approfondire le ricerche sulle memorie dei rivoluzionari antiborbonici che a Noto si riunivano nel Giardino Occhipinti durante i moti del 1848. Ma nel giardino esistono anche altri ambienti ipogei (forse i sotterranei del settecentesco convento di Santa Maria del Gesù), che si intende esplorare con l’aiuto di speleologi, per valutarne l’interesse storico. “Un frammento di campagna in un ambiente urbano così centrale come quello del Giardino Occhipinti – si spiega nel manifesto- offre la possibilità di istituire un luogo di riscoperta e trasmissione della cultura materiale rurale del nostro territorio, nonché delle scienze agrarie e ambientali. Sul modello degli Orti Urbani sorti negli ultimi anni in molte città europee, vogliamo creare a Noto un luogo dove i bambini e gli adolescenti, con i loro insegnanti, trovino lo spazio adeguato per apprendere dalla natura, per sperimentare e mettere alla prova l’inventiva e il talento, uno spazio dove la conoscenza non appartiene più a nessuna categoria, ma solo alla persona che la possiede e a quelle che hanno la giusta curiosità per imparare. Inoltre, per gli studenti degli istituti secondari superiori, potrebbe essere l’opportunità di usufruire del metodo didattico dell’alternanza scuola-lavoro. L’Orto Urbano Occhipinti sarà aperto anche alle famiglie e agli anziani, che avranno modo di tramandare un sapere empirico altrimenti destinato a rimanere nel passato. Ci impegneremo attivamente per conservare la memoria materiale e gestuale legata alla cultura iblea dei contadini e degli artigiani, cercando sinergie con organizzazioni che hanno le stesse finalità e le perseguono in altri territori. La vicinanza del CUMO, il cui attuale Consiglio di Amministrazione fortemente intenzionato a respingere ogni progetto di cementificazione nel Giardino Occhipinti, e invece profondamente motivato a far tornare la natura protagonista di quel luogo, crea il contesto perfetto per l’organizzazione di workshop aperti a tutti. I temi saranno i più diversi: botanici, ambientali, paesaggistici e artistici, dai principi e le tecniche della permacoltura alla raccolta e conservazione di piante spontanee e coltivate; dalla fotografia al disegno e alla pittura di paesaggio. Il CUMO è anche il luogo adatto a ospitare incontri e dibattiti, talvolta aperti a tutti, altre volte dedicati a un pubblico di specialisti che potranno attivare azioni di ricerca e di studio. Traendo vantaggio dalla vocazione del CUMO di formare educatori e selezionando i migliori partner per ciascun progetto, il Giardino Occhipinti e l’edificio annesso potrebbero diventare la sede di corsi di formazione indirizzati specificamente a fornire le competenze necessarie a coloro che negli ultimi anni hanno accolto nelle proprie aziende agricole degli spazi per la didattica (fattorie didattiche), ma che non hanno alle spalle degli studi pedagogici o da educatori; o anche per coloro che hanno compreso il valore curativo del contatto con la natura (ecotherapy) e con gli animali (pet therapy) e si affacciano adesso alla professione di terapista. Vorremmo che la cura dell’Orto Occhipinti innescasse una partecipazione motivata dei cittadini, delle istituzioni e degli studiosi alla tutela dei beni comuni della città, con periodici incontri e rendiconti pubblici. Sarebbe un primo esempio di relazioni, collaborazioni e responsabilità simmetriche in un contesto vivo e dinamico, seppur limitato – e conclude -. Siamo determinati a fare del Giardino Occhipinti un luogo vivo, dove la diversità naturale e umana si incontrino e prosperino per migliorare la nostra civiltà. Siamo pronti ad affrontare tutte le difficoltà che ne derivano e vogliamo rimboccarci le maniche e metterci subito al lavoro. Chiediamo che l’Amministrazione Comunale, le scuole e le istituzioni pubbliche ci sorreggano, ci aiutino, collaborino con noi dichiarando la propria volontà”.
E.V.