Noto, successo per l’iniziativa firmata da Infopoint e AGT Noto
Costretti ad organizzare un turno in più dei previsti per la numerosa richiesta di partecipazione. Al di là delle più rosee aspettative, dunque, l’iniziativa promossa dall’Infopoint in collaborazione con AGT Noto (Associazione Guide Turistiche Noto) nell’ultimo weekend di febbraio “Alla scoperta dei tesori nascosti di Noto” in alcuni dei palazzi e delle chiese chiusi al pubblico da diversi anni. Nella Giornata Internazionale della Guida Turistica “Un itinerario differente dall’usuale ma che ci svelerà delle ricchezze e delle particolarità sconosciute ai più”. Ci accoglie così riservandoci un benvenuto pieno di aspettative, ampiamente soddisfatte, la nostra guida, Lina Bernò, davanti al maestoso Palazzo Trigona in via Cavour, prima tappa del nostro tour. “Soltanto 44 delle oltre 100 famiglie nobiliari netine presenti nella città madre sul Monte Alveria si ristabiliscono nella nuova Noto e proprio palazzo Trigona, comprensivo di palazzo vescovile (la parte più antica), e palazzo Astuto sono i primi due ad essere ricostruita. Tipico edificio ad “u” che aveva al suo interno 80 vani per ospitare due famiglie”. Dalle particolarità architettoniche agli aspetti storici, la descrizione fornita ci permette di “entrare” all’interno dell’edificio ed apprezzarne le bellezze, se pur mortificate dall’incuria. Una parte del palazzo è di proprietà privata, l’altra (quella appunto aperta per l’occasione al pubblico) è stata acquisita dal Comune che negli anni novanta avrebbe dovuto destinare all’Istituto di criminologia, iniziarono i primi riadattamenti (con copertura anche di alcuni affreschi) ma poi l’Istituto rimase a Siracusa. Lasciato Palazzo Trigona ci avviamo verso il Piano Alto con prima step nella Chiesa Santa Maria del Gesù, un piccolo gioiello con delle sorprese incredibili. “Delle 56 chiese presenti a Noto Antica ne furono ricostruite “solo” 32, alcune di esse con il monastero. Il Tobriner nel suo mirabile studio della città definì questa parte della città come medievale se pur costruita nel 700. Nella cripta di questa chiesa abbiamo le spoglie del barone Antonino Astuto, ed una delle tele del famoso Carasi, il pittore netino che può definirsi il più importante dell’epoca. Inoltre vi è la scultura della Madonna risalente al 500; ma gioiello tra i gioielli è senza dubbio la campana, realizzata dai fratelli Arena di Tortorici, ed è la più antica di Sicilia”. Ma le sorprese sono tutt’altro che finite, entrando nella chiesa della Santissima Annunziata nella sua semplicità veniamo letteralmente rapiti dall’altare (nella foto). “In realtà meglio definirlo paliotto, ovvero delle micro architetture con cui si rivestono gli altari o parti di esso. Nel nostro caso è realizzato con legno e specchi”. Restiamo poi a bocca aperta dinnanzi agli affreschi della Chiesa di Sant’Agata, con una stupenda volta che vede rappresentate le tre virtù teologali, fede, speranza e carità, mirabilmente dipinte dal Carasi. “Il nonno e il papà del pittore erano speziali e lui sin da piccolo imparò a conoscere e distinguere piante ed essenze che poi iniziò ad usare per fare i suoi colori”. Ci spiega Lina Bernò anticipando le nostre curiosità e conducendo poi i gruppo alla scoperta (in questo caso solo esterna) del monastero di Sant’Agata divenuto Ospedale Trigona attivo sino al 1982 quando fu costruito l’attuale. Ultima tappa il Convento di Sant’Antonio di Padova, poi Caserma Cassonello, orfanotrofio, scuola e adesso gestito da Soprintendenza e Comune la cui parte ospita da qualche tempo la mostra sulle famiglie nobiliari netine “I mecenati di Noto”. Contemporaneamente c’è stato anche un altro tour che ha visto a Noto la visita della Chiesa del Santissimo Crocifisso, e villa Reimann a Siracusa. A causa delle avverse condizioni atmosferiche gli organizzatori hanno spostato gli altri tre tour in programma a data da destinare.
Emanuela Volcan