Nuovo ospedale di Siracusa, i politici difendono la scelta di non attendere il Tar
Ha destato un vespaio di polemiche l’esortazione del parlamentare Michele Anzaldi di aspettare l’esito del ricorso al Tar del Lazio prima di accelerare l’iter per la costruzione del nuovo ospedale di Siracusa. Il tribunale si dovrà esprimere il 10 maggio e, a giudizio di Anzaldi, occorrerebbe attendere quella data per comprendere se la scelta del progetto, attraverso il concorso d’idee, sia stata quella corretta, altrimenti si rischia di dovere fare una clamorosa quanto controproducente marcia indietro.
La parlamentare di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo che ricorda al deputato di Italia Viva che l’iter avviato per la realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa è frutto di un suo emendamento, votato all’unanimità dal Parlamento e che tutti gli atti fin qui posti in essere sono stati eseguiti nella massima trasparenza, sotto la guida del commissario governativo. “Semmai – dice Prestigiacomo – c’è bisogno di accelerare l’iter non di bloccarlo”.
“La presunta oculatezza della richiesta – afferma Gaetano Cutrufo, della direzione regionale del partito democratico – cozza con le novità introdotte dalla normativa vigente che consente, in caso di ricorsi al Tar, di proseguire senza interruzioni i lavori delle opere d’interesse strategico prevedendo un indennizzo in caso di successo dell’impugnazione. Praticamente, – afferma Cutrufo – l’opera da realizzare è l’interesse principale, tutto il resto è codificato ma non ricade sui cittadini. Per questo motivo riteniamo che i lavori debbano iniziare prima che qualcuno pensi di spostare i finanziamenti in altre aree”.
Anche i deputati del M5S, Paolo Ficara e Stefano Zito si dicono sorpresi dalle dichiarazioni di Anzaldi. “Mentre a Roma la politica siracusana ha lottato per ottenere lo strumento del metodo commissariale, migliorandolo in diversi provvedimenti, con le notevoli accelerazioni possibili, Italia Viva vorrebbe stoppare iter e piano regolatore per un aspetto, peraltro, che prevede da Decreto Semplificazioni una sanzione. Siamo chiaramente dalla parte della legalità, ma arrivare a chiedere di bloccare tutto per un aspetto che è già, in caso, adeguatamente normato non significa essere paladini di giustizia”.