Omicidio Greco: giudizio immediato per tre lentinesi
Saranno processati il 26 marzo col giudizio immediato Antonino Milone, esecutore materiale dell’omicidio del lentinese Sebastiano Greco di 42 anni, avvenuto il 10 ottobre, e dei presunti spalleggiatori Shasa Bosco e Alfio Caramella. Il decreto che dispone il giudizio è stato emesso dal gip del tribunale, Andrea Migneco, che ha accolto una specifica richiesta avanzata dal pm Donata Costa, che ritiene di avere tutti gli elementi necessari per sostenere l’accusa al processo che si celebra davanti alla Corte d’assise.
I tre imputati, assistiti dagli avvocati Giuseppe Di Mari, Junio Celesti, Rosario Frigillito e Delfo Tribulato, dovranno difendersi a vario titolo dalle accuse formulate dalla pubblica accusa. Le indagini, eseguite dai carabinieri, hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda, sfociata nel sangue.
Il lentinese Alfio Caramella, arrestato a gennaio, al giudice che lo ha interrogato ha sostanzialmente ammesso di avere custodito le armi nel suo garage. L’uomo si è limitato a confermare la circostanza della custodia delle armi che apparterrebbero all’ex suo genero, Antonino Milone, esecutore materiale dell’omicidio Greco.
Anche Shasa Bosco, già arrestato all’indomani dell’omicidio, aveva ribadito al gip A di essere estrano all’omicidio, confermando di avere accompagnato Milone nel panificio in cui si trovava la vittima, e di essersi recato nel garage di proprietà di Alfio Caramella, dove Milone ha prelevato quattro pistole. Ha poi raccontato che Milone ha incontrato Greco davanti al panificio, dove lo aspettava in auto, in compagnia del proprio figlioletto. I due avrebbero parlato animatamente e poi Milone ha estratto la pistola Skorpion sparando alcuni colpi contro Greco. Poi, a bordo del ciclomotore, i due si sono allontanati per una ventina di metri quando Milone ha frenato accostandosi alla Bmw del panificatore Gabriele Amenta al quale ha chiesto se potesse dargli un passaggio fino all’ospedale. Milone, prima di salire a bordo dell’auto, avrebbe consegnato a Bosco due delle quattro pistole prese nel garage del Caramella. Saliti sulla Bmw, Milone avrebbe chiesto al panificatore di accompagnarli a Catania. Al diniego del conducente, Milone avrebbe aperto il fuoco anche contro il malcapitato, ferendolo alle gambe. Antonino Milone ha riferito di non avere avuto alcuna intenzione di uccidere la vittima dalla quale avrebbe subito minacce.