Omicidio Iraci, il pm Nicastro chiede 10 anni per Musso
Il pm Antonio Nicastro ha chiesto la condanna a 10 anni e 8 mesi di reclusione a carico di Sebastiano Musso il 44enne, libero professionista siracusano, che ha provocato la morte del suo amico, Franco Iraci, il 46enne, titolare di un autosalone, rimasto fulminato da una manata in volto la notte del 25 marzo dello scorso anno dopo un diverbio culminato in piazza Cesare Battisti.
La richiesta di condanna dell’imputato è giunta a conclusione della requisitoria al processo che si sta celebrando con il rito abbreviato davanti al gup del tribunale di Siracusa, Andrea Migneco. Il rappresentante della pubblica accusa è partito da una base di 15 anni di reclusione, poi ridotti di un terzo per la scelta del rito alternativo, contemplando anche l’aggravante dei futili motivi.
La richiesta della pubblica accusa non trova d’accordo gli eredi di Iraci, che si sono costituiti parte civile con il patrocinio dell’avvocato Antonino Giuliano. Questi ha concluso il suo intervento sollecitando al giudice la condanna all’ergastolo nei confronti dell’imputato. Per la parte civile, in sostanza, si configurerebbe il reato di omicidio doloso.
Adesso la palla passa alla difesa. L’arringa del legale di Musso, avv. Antonello Davì, è stata fissata all’udienza del 28 febbraio quando è anche prevista la camera di consiglio e quindi la sentenza del processo di primo grado.
Al vaglio del giudice per le udienze preliminari c’è la drammatica vicenda che ha coinvolto i due i due amici la notte del 25 marzo dello scorso anno. Come si ricorderà, tra Iraci e Musso, che erano andati in giro per i pub di Ortigia, è sorta una disputa verbale attorno a un’amica in comune. Dopo una prima schermaglia tra i due, alla presenza di una terza persona, Iraci ha insistito a recuperare il telefonino cellulare, dimenticato sulla vettura di Musso.
Fra Iraci e Musso sono volate parole ancora più pesanti e Musso sostiene di avere sferrato un pugno o una manata (non ricorda questo particolare) raggiungendo in pieno volto l’amico. Poi Musso si è allontanato e in auto si è recato in piazzale Marconi per fermarsi al bar “Cavallino rosso”. Ed è proprio in prossimità del locale pubblico che Musso ha detto di avere ricevuto la telefonata dell’amico che gli diceva: «L’hai ammazzato».