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Omicidio Sparatore, Attanasio e De Carolis condannati a 30 anni di reclusione ciascuno

Alessio Attanasio, ritenuto a capo dell’omonimo clan, e Luciano De Carolis sono stati condannati alla pena di 30 anni di reclusione ciascuno. La sentenza è stata emessa dal gup del tribunale di Catania, Carla Valenti, a conclusione del processo scaturito dalle indagini sull’omicidio del 44enne Angelo Sparatore, ucciso la mattina del 4 maggio 2001 in via Barresi, sotto la propria abitazione, con sei colpi di pistola. Il giudice ha accolto appieno la richiesta formulata dal pubblico ministero Alessandro La Rosa, della Dda di Catania, che, nel mese di gennaio, a termine della requisitoria, aveva sollecitato per i due imputati la condanna a 30 anni di reclusione. 

Per Attanasio e De Carolis, gli avvocati Maria Teresa Pintus e Sebastiano Troia, si sono battuti per l’assoluzione, contestando le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Lombardo, che per questo stesso omicidio si è accusato subendo una condanna con il rito abbreviato e tirando in ballo i due imputati. 

Secondo la sua ricostruzione, De Carolis sarebbe stato l’esecutore materiale dell’omicidio Sparatore mentre Attanasio sarebbe stato il mandante. Le dichiarazioni di Lombardo risalgono al 2017 quando, nel corso dell’incidente probatorio, a proposito dell’omicidio Sparatore disse: “Siamo stati io e Luciano De Carolis. Quest’ultimo gli ha dato il colpo di grazia”. Ha spiegato che “A me l’incarico di ammazzare Sparatore l’ha dato Alessio Attanasio”. Lombardo ha specificato che al delitto avrebbero partecipato altre due persone, rimaste non identificate. Si tratterebbe di coloro che avrebbero rubato il furgone Fiat Fiorino delle Poste Italiane, poi utilizzato dai killer per controllare i movimenti di Sparatore, che sarebbe stato ucciso per una vendetta trasversale. Il clan Bottaro voleva vendicare il rifiuto del fratello Concetto, ex braccio destro del capoclan, ad accettare la somma di denaro che gli era stata offerta per ritrattare le accuse contro i componenti del sodalizio criminale siracusano. Quella mattina di ventuno anni fa, all’interno del furgone Fiorino, parcheggiato dalla notte precedente in via Barresi, sarebbero sbucati fuori Lombardo e De Carolis, i quali, armati di pistola calibro 38 special, hanno atteso che Sparatore uscisse dal portone del palazzo in cui abitava, per recarsi a lavorare in pescheria, e non gli hanno dato scampo.  

La difesa di Attanasio e di De Carolis attende il deposito delle motivazioni per proporre ricorso in appello dove chiederanno la riapertura del dibattimento per produrre nuova documentazione con cui intendono dare una diversa valutazione alle dichiarazioni rese da Lombardo.

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