Omicidio Zappulla, il pubblico ministero chiede 30 anni per i due imputati
Il pubblico ministero Alessandro La Rosa ha reiterato la richiesta di condanna a 30 anni di reclusione a carico di Vito Fiorino e Pasqualino Mazzarella, imputati nel processo scaturito dall’omicidio di Gaetano Zappulla, avvenuto il 3 settembre 2002. Il rappresentante della pubblica accusa aveva già avanzato tale richiesta al gup del tribunale di Catania, Simona Ragazzi, a settembre dello scorso anno. Discusse anche la difesa ma prima il covid, poi le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Capodieci che sono state prodotte dal pm nel fascicolo del dibattimento che, di fatto, si è riaperto nel mese di aprile.
Anche l’avvocato Emanuele Lanzafame,
patrocinato della parte civile costituita, si è associato alle conclusioni del
rappresentante della pubblica accusa.
Anche la difesa dei due imputati, assistiti dagli avvocati
Sebastiano Troia e Antonio Lo Iacono, ha concluso la discussione sollecitando
un verdetto di assoluzione per entrambi.
L’avvocato Lo Iacono ha rilevato le incongruenze delle dichiarazioni di Capodieci facendo rilevare che per due volte ha fatto mettere a verbale una via che, a suo dire, avrebbero percorso i due killer per fuggire dopo l’agguato a Zappulla, ma che non esiste nello stradario della zona di piazza Adda. Ha poi cercato di smontare le tesi di al unì collaboratori oratori di giustizia, sostenendo che abbiano riferito atti già noti di cui erano venuti a conoscenza de relato. La difesa ha puntato molto sulle dichiarazioni di due estimativo oculari che hanno riferito ha ad agire fosse stato un solo killer alto circa un metro e settanta, decisamente più basso rispetto sia a Fiorino sia a Mazzarella.
Il giudice Ragazzi ha rinviato l’udienza al 22 febbraio per una formale replica della pubblica accusa e per ritirarsi camera di consiglio per emettere il verdetto del processo che si sta celebrando con il rito abbreviato. Gaetano Zappulla, ritenuto vicino al clan Santa Panagia, fu ucciso mentre giocava a videopoker. Il killer lo freddò con tre colpi di pistola, dopo avere fatto irruzione in una sala giochi di via Adige mentre giocava a videopoker. Il caso si è riaperto dopo 18 anni a seguito delle dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia, a cui si è aggiunto, di recente, Capodieci, che hanno indicato nei due imputati i responsabili di quel delitto.