Open Land, tutti gli atti alle procure di Roma e Messina
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha disposto la trasmissione di tutti gli atti e i fascicoli relativi ad Open Land a partire dal 2013 alle procure di Messina e di Roma.
Nel porre la parola fine alla lunghissima vicenda del risarcimento preteso da Open Land nei confronti del Comune capoluogo, il Cga ha escluso il risarcimento milionario a favore della società della famiglia Frontino per il diniego o, comunque, al ritardo nel rilascio della concessione edilizia per la realizzazione del centro commerciale di viale Epipoli. Il Cga ha riconosciuto a Open Land un risarcimento danni complessivo di 190mila 140 euro (più gli interessi maturati) composti in 150 mila per canoni di locazione, poco più di 40 mila euro per maggiori costi di costruzione. Il periodo per il quale è stato riconosciuto il risarcimento danni è stato ridotto a 5 mesi.L’importo andrà detratto dalla somma di 2milioni e 800 mila euro già versati dal Comune di Siracusa ma che il tribunale ha stabilito essere stata consegnata indebitamente, disponendone la restituzione con sentenza del 27 giugno.
Il collegio ha ordinato, tra gli altri, la trasmissione del fascicolo 605/2013 che contiene la sentenza a firma del presidente del Cga Riccardo Virgilio, in cui il Comune capoluogo veniva condannato per criteri, ovvero, c’era un danno ma non si quantificava rimettendolo a un possibile accordo tra Open Land e Comune di Siracusa. “Verosimilmente – afferma l’avv. Niccolò D’Alessandro, che ha difeso il Comune – nella testa del Cga potrebbero esserci sospetti anche su quella sentenza. Nel dispositivo si legge che, pur essendo passata in giudicato, se dovesse essere accertata la responsabilità penale del giudice, questa stessa sentenza verrebbe meno travolgendo tutte le decisioni”.
“La sentenza del Cga rappresenta un importante successo per il Comune di Siracusa e per il collegio difensivo di Legambiente ma soprattutto l’affermazione della legalità”, ha commentato l’avv. Corrado Giuliano che ha difeso il movimento ambientalista con gli avvocati Corrado Giuliano e Nicola Giudice, oltre al sostegno del presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna.
“Le sentenze si rispettano per quello che sono – ha detto l’avv. Mario Fiaccavento, che ha difeso la società Open Land, che intende studiare la sentenza per comprendere se vi siano le ragioni per impugnarla per difetto di giurisdizione – il ragionamento seguito dal collegio mi pare sia stato condizionato dai limiti delle precedenti determinazioni intermedie. Per quanto riguarda il merito, il consiglio ha riconosciuto il risarcimento danni, contraddicendosi sulla compensazione delle spese di giudizio. Ha riconosciuto un diritto al risarcimento nei confronti dell’Open Land che si contrappone al rifiuto iniziale del Comune di corrisponderlo, rifiuto che a questo punto era illegittimo. Nella valutazione delle prove, il consiglio ha ritenuto no non dovuto il rimborso spese non tanto per il mancato accesso ai finanziamenti bancari ma perché ha ritenuto che la documentazione prodotta non fosse esaustiva della prova”. Altra questione valutata dall’avv. Fiaccavento è relativa al provvedimento della Sovrintendenza: “Era una diffida o una sospensione: il consiglio ha detto che si trattasse di un problema d’interpretazione pur rimanendo il problema che la società non avrebbe potuto costruire, affermazione in contrasto con la qualificazione del provvedimento”.