Operazione Algeri, inflitte ventotto condanne in appello
Condanne per oltre mezzo secolo di reclusione sono state inflitte dalla terza sezione penale della Corte d’appello di Catania a conclusione del processo di secondo grado scaturito dall’operazione antidroga denominata “Algeri”. Ventotto gli imputati, per alcuni dei quali è stata accolta la richiesta di accedere ai riti alternativi.
Le pene più alte sono state inflitte dai giudici a Maximiliano Genova, condannato a 16 anni di reclusione, quattro anni meno rispetto al giudizio di primo grado; 13 anni per Mario Cacciatore, 13 anni e 8 mesi per la moglie Erminia Puglisi.
L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, è stata portata a termine dai carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale nel mese di marzo di quest’anno. Le indagini sono state avviate nel novembre 2018 e si sono protratte fino al luglio del 2019. In quest’arco di tempo, gli investigatori sono riusciti a filmare e documentare la fiorente attività di spaccio di cocaina, hashish, marijuana, crack e metanfetamine.
Secondo la Procura, il gruppo di via Algeri aveva preso in mano le redini del traffico illecito degli stupefacenti. Gli inquirenti calcolano un giro di affari da 25mila euro al giorno, con profitti che si aggirano sui 10mila euro al giorno. I guadagni erano cospicui al punto che aveva aperto delle vere e proprie trattative per la vendita della piazza di spaccio ad altri gruppi criminali della città.
Il centro delle attività illecite erano alcune palazzine di via Algeri, divenute piazza di spaccio quasi esclusiva dopo le operazioni antidroga denominate Euripide, Aretusa, Bronx e Tonnara che hanno azzerato i gruppi che spacciavano in via Italia 103, nelle vie San Metodio e nella zona dell’ex Tonnara Santa Panagia.