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Operazione “No Fly”, l’Ias di Priolo consegna il progetto alla Procura

I tecnici dell’Ias, la società che gestisce il depuratore biologico di Priolo, hanno depositato nei giorni scorsi negli uffici della Procura il progetto di mitigazione del problema relativo all’emissione di sostanze odorigene in atmosfera. L’azienda ha ottemperato in tal modo alle prescrizioni imposte dagli inquirenti a seguito dell’inchiesta sulle molestie olfattive denominata “No fly”, scattata alla fine del mese di febbraio. Come si ricorderà, l’Industria Acqua Siracusana aveva chiesto e ottenuto due proroghe del termine di presentazione della fidejussione e del relativo progetto – l’ultima delle quali alla fine del mese di aprile – tendente ad attenuare, se non del tutto azzerare, il problema dei miasmi. Una condizione necessaria per scongiurare il sequestro effettivo dell’impianto. La dilazione dei termini di scadenza è stata concessa dalla Procura per consentire all’Irsap l’espletamento della gara per l’appalto della gestione del depuratore, che poi andò deserta.

Il progetto prevede la copertura delle vasche in cui confluiscono i reflui prodotti dagli stabilimenti del petrolchimico e quelli civili, in modo da annullare l’emissione di sostanze odorigene che provocano disagio tra la popolazione. Le prescrizioni, allegate al decreto di sequestro, fissano il crono programma attuativo (che è calcolato in 12 mesi) per la realizzazione di uno o più sistemi per la captazione e l’abbattimento degli odori prodotti dall’impianto e la prestazione di una fidejussione pari al costo delle opere da realizzare e alla loro messa in esercizio. Il progetto preliminare prevede una spesa tra i 12 e i 14 milioni di euro, che il Cda dell’Ias aveva preventivato ancor prima dell’adozione del provvedimento giudiziario. Il progetto adesso in possesso dei pm Tommaso Pagano e Salvatore Grillo che stanno coordinando l’indagine giudiziaria sulle concentrazioni elevate delle sostanze inquinanti, rilevate nelle centraline di Melilli, Siracusa e Augusta e la mancata utilizzazione delle “migliori tecniche” da parte dei responsabili degli stabilimenti.

“Il progetto – spiega il sindaco di Priolo, Pippo Gianni – prevede anche di sostituire quegli impianti ormai obsoleti che rappresentano motivo di lamentela per i residenti che avvertono disagio dall’emissione di sostanze odorigene nell’atmosfera. Con l’entrata in funzione del naso elettronico non sfuggirà più alcuna fonte di emissione”. Il primo cittadino priolese si riferisce all’intervento economico della Regione (340mila euro) per la fornitura delle apparecchiature elettroniche che individueranno con certezza i responsabili dell’inquinamento. “Per quanto riguarda l’app denominata nose – dice Gianni – nessuno al tavolo prefettizio ha saputo darmi una risposta al quesito che avevo posto relativamente alla percezione olfattiva dell’arsenico, un elemento chimico inodore e insapore che è stato rilevato nei mesi scorsi in concentrazioni superiori alla media soprattutto nella zona del Polivalente. In attesa che ci diano ragguagli, da domani saranno attivi a Priolo 5 centraline in altrettante aree urbane che consentiranno di rilevare ogni 12 ore la presenza di arsenico, cadmio e altre sostanze chimiche che potrebbero nuocere alla salute dei cittadini”.

L’intervento dell’amministrazione comunale si è registrato anche a seguito delle polemiche sollevate nelle scorse settimane per lo sforamento dei livelli di guardia della presenza di arsenico nella zona del Polivalente. “Ho preteso – continua il primo cittadino priolese – che insegnanti e bambini che frequentano il plesso scolastico del Polivalente fossero sottoposti ad esami di laboratorio, soprattutto a quelli delle urine. Per fortuna l’esito è stato negativo ma è chiaro che non possiamo fare correre alcun rischio ai bambini e ai loro insegnanti. Con l’attivazione dei rilevatori, contiamo di individuare le fonti di emissione di questi elementi chimici che provocano un fenomeno che ritengo essere molto strano. Così come procede l’iniziativa di coprire con un manto speciale la polvere di pirite, in attesa che si concretizzi il progetto della Regione siciliana relativo alla bonifica della penisola di Thapsos e delle altre aree contaminate”.

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